Il mercato agroalimentare continua a vivere una situazione poco piacevole. La depressione del comparto lattiero-caseario, le interferenze dell’estero sul commercio delle carni suine, la negatività del mercato dei cereali e le difficoltà con cui si trovano ad avere a che fare diversi prodotti ortofrutticoli dipingono un orrizzonte prevalentemente debole anche per la fine del mese di febbraio. Le poche note positive sono il progressivo recupero dei prezzi del burro e, forse, del comparto avicolo, il trend positivo di quelli del riso, qualche sbocco positivo per il mercato dei vini e dell’olio d’oliva, la regolarità del mercato delle pere, l’attenuazione delle pressioni concorrenziali della Grecia su quello del kiwi e il primo assestamento al ribasso dei prezzi delle zucchine, aumentati a causa della spiccata variabilità climatica che ha influenzato negativamente la produzione in serra.
Queste, invece, le situazioni ancora preoccupanti.
Il prezzo del latte crudoalla stalla è ulteriormente diminuito, scendendo dai 36,95 euro per 100 litri di dicembre ai 36,50 di gennaio.
Il calo dei prezzi dei principali produttori europei di carni suine ha favorito le importazioni, cresciute dell’8% nei primi 11 mesi del 2014.
Il mercato dei bovini manterrà un andamento stagnante. Il comparto dei conigli vive ancora difficoltà di tenuta in termini di redditività.
La pressione dei frumenti canadesi indebolisce ulteriormente il grano duro, e anche le quotazioni del frumento tenero e dei cereali foraggeri(soprattutto mais e orzo) dovrebbero continuare ad essere caratterizzate da una scarsa tenuta.
Le mele devono fare i conti con l’offerta abbondante sia in Italia che nel resto dell’Europa e con i problemi di esportazione nel Nord Africa, associati soprattutto ai problemi che sta vivendo la Libia e alla situazione dell’Egitto.
In difficoltà anche il comparto agrumi, con una scarsa ricettività della domanda delle arance. Sottotono anche l’apertura della stagione dei carciofi
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s.s.
