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Alimentazione animale, maggiore efficienza con sottoprodotti e co-prodotti alimentari

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L’impiego dei sottoprodotti e dei co-prodotti alimentari per produrre i mangimi potrebbe consentire di soddisfare la crescente domanda di alimenti di origine animale e di regolare l’uso dei cereali nell’ambito dell’alimentazione animale. Lo sostiene in un articolo pubblicato su Feedstuffs Walter Gerrits, docente di Nutrizione animale presso la Wageningen University & Research di Wageningen (Paesi Bassi), specializzato nello studio dei processi metabolici e digestivi degli animali in crescita.

Il professor Gerrits osserva che, secondo la Fao, la richiesta di carne da parte della popolazione mondiale è destinata a crescere fino al 2050, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Di conseguenza, lo studioso ritiene che sarà necessario incrementare anche la produzione di mangimi, ma facendo in modo di non ridurre la quota dei cereali destinati all’alimentazione umana. Attualmente, circa un terzo della produzione mondiale di grano viene utilizzato per produrre gli alimenti per animali, e se la situazione non dovesse cambiare, in futuro questo valore potrebbe crescere. L’esperto osserva che è possibile aumentare l’efficienza dell’industria mangimistica senza intaccare le coltivazioni di cereali destinate agli umani. Per farlo, sono due le strade da seguire: approfondire la conoscenza dei processi metabolici degli animali, per favorire l’assorbimento delle sostanze nutritive di cui hanno bisogno, e utilizzare i sottoprodotti e i co-prodotti derivanti dalla produzione di cibo per gli umani e dalla produzione di bioenergia.

Lo specialista spiega che è possibile migliorare l’efficienza nutrizionale degli animali adeguando il regime alimentare al loro potenziale genetico. Questo consentirebbe al bestiame di convertire più facilmente ciò che mangia in nutrienti, e permetterebbe dunque di limitare le piantagioni agricole destinate a produrre ingredienti per mangimi. Secondo Gerrits, anche l’impiego dei sottoprodotti e dei co-prodotti alimentari svolgerebbe lo stesso ruolo e permetterebbe, inoltre, di evitare lo spreco di materie prime che potrebbero essere efficacemente utilizzate per promuovere il benessere degli animali.

Foto: © Dusan Kostic – Fotolia.com

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