CONSISTENZA DEL BESTIAME BOVINO DAL 2001 AL 2011*
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ANNI
BOVINI E BUFALINI
Totale
Vacche
da latte
2001
2002
2003
2004
2005
2006
7.395.000
6.695.000
6.727.000
6.515.000
6.460.000
6.341.000
2.169.000
1.911.000
1.913.000
1.838.000
1.842.000
1.814.000
2007
6.577.000
1.839.000
2008
6.486.000
1.831.000
2009
6.446.000
1.878.000
2010
6.197.000
1.746.000
2011
6.252.000
1.755.000
* Situazione al 1° dicembre degli anni considerati
L’allevamento bovino in Italia ha fatto segnare in questi ultimi anni un progressivo calo, con perdite significative sia per quanto riguarda il comparto da carne che quello da latte.
Si tratta di un calo che mostra una progressiva gradualità e che determina una perdita economica importante nel bilancio della zootecnia del nostro Paese, con l’ulteriore “aggravante” di aumnetare anche il grado di dipendenza dall’estero per soddisfare la domanda interna di carni e latte.
Un 2011 in lieve ripresa
Pur in questa situazione difficile gli ultimi dati disponibili, relativi al 2011, mostrano qualche debole segnale positivo. Nell’ultimo anno, infatti, il patrimonio italiano di bovini ha interrotto il trend negativo, facendo segnare un timido aumento delle consistenze rispetto all’anno precedente (+1,1%), ed attestandosi a 5.898.000 capi. Un aumento che ha interessato in generale tutte le categorie di bovini ma che appare più significativo per i bovini di età inferiore ad 1 anno, che con 1.783.000 capi sono cresciuti del 2,7% rispetto al 2010, rappresentando il 30,2% del patrimonio bovino italiano. Per le vacche da latte, che rappresentano invece il 29,8% del nostro patrimonio bovino, l’incremento dei capi allevati è risultato molto più modesto (+0,5%) rispetto all’anno precedente. Da notare inoltre che anche per quanto riguarda i capi da riproduzione il saldo non è comunque positivo, il che rappresenta comunque un segnale del permanere delle difficoltà del settore, sul quale manca evidentemente una politica di investimenti.
Una nota a parte merita il comparto bufalino che nel 2011, in controtendenza rispetto alle dinamiche ampiamente positive registrate negli ultimi dieci anni, mostra una flessione complessiva dei capi allevati, pari al 3,0%, calando da 365.000 a 354.000 capi; riduzione delle consistenze che appare legata in modo maggiore al calo delle bufale che passano da 245.000 a 236.000 capi con una diminuzione del 3,7%.
CONSISTENZA DEL BESTIAME BOVINO E BUFALINO (al 1° dicembre)
(numero di capi)
CATEGORIE
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2010
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2011
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Var. % 2011/2010
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1.1. Bovini di meno di 1 anno |
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a) destinati ad essere macellati come vitelli |
507.000 |
510.000 |
0,6 |
b) altri (da ingrasso e da riproduzione) |
1.229.000 |
1.273.000 |
3,6 |
di cui: |
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|
– maschi (vitelloni e torelli) |
465.000 |
460.000 |
-1,1 |
764.000 |
813.000 |
6,4 |
|
1.736.000 |
1.783.000 |
2,7 |
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1.2. Bovini da 1 anno e meno di 2 anni |
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a) maschi (vitelloni e manzi, torelli e tori) |
581.000 |
570.000 |
-1,9 |
b) femmine |
812.000 |
824.000 |
1,5 |
di cui: |
|
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|
– da macello (vitelloni e manze) |
213.000 |
223.000 |
4,7 |
– da allevamento (manzette e manze per integrazione di patrimonio o da rimonta) |
598.000 |
601.000 |
0,5 |
Totale bovini da 1 anno a meno di 2 anni |
1.393.000 |
1.394.000 |
0,1 |
|
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1.3. Bovini di 2 anni e più |
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a) maschi (manzi, buoi e tori) |
70.000 |
70.000 |
.. |
b) femmine |
2.633.000 |
2.651.000 |
0,7 |
di cui: |
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– manze e giovenche: |
|
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|
– da macello |
70.000 |
73.000 |
4,3 |
– da allevamento (per integrazione di patrimonio o da rimonta) |
445.000 |
433.000 |
-2,7 |
– vacche: |
2.118.000 |
2.145.000 |
1,3 |
– da latte (comprese le vacche da latte e carne) |
1.746.000 |
1.755.000 |
0,5 |
– altre (da carne, da lavoro, da carne e lavoro) |
372.000 |
390.000 |
4,8 |
Totale bovini di 2 anni e più |
2.703.000 |
2.721.000 |
0,7 |
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BOVINI IN COMPLESSO |
5.832.000 |
5.898.000 |
1,1 |
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2. BUFALINI |
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2.1. Bufale |
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2.2. Altri bufalini (compresi i vitelli bufalini) |
245.000 |
236.000 |
-3,7 |
|
120.000 |
118.000 |
-1,7 |
BUFALINI IN COMPLESSO |
365.000 |
354.000 |
-3,0 |
Fonte: ISTAT
L’andamento del settore negli ultimi dieci anni
Ma, come accennato in apertura, pur se il dato complessivo del settore per il 2011 segna una leggera ripresa, il trend registrato in questi ultimi dieci anni pone in evidenza un marcato calo delle consistenze bovine del nostro Paese, con una riduzione del patrimonio complessivo bovino-bufalino che si attesta a un -15,5% e che per quanto riguarda le vacche da latte ha subito un calo addirittura prossimo al 20%. Le cause di questa situazione appaiono diversificate a seconda che si tenga in considerazione l’allevamento da latte o quello da carne.
Nel settore del latte la questione appare, infatti, fortemente condizionata dal sistema delle quote comunitarie, che se da un lato garantiscono chi ne è titolare, dall’altro lato impediscono un incremento della produzione nazionale di latte per portarla in linea con le necessità del nostro fabbisogno interno. Il minore numero dei capi da latte allevati appare quindi dovuto principalmente a tale regime di quote e alla continua ricerca da parte degli allevatori di una maggiore efficienza nella gestione dell’allevamento, per realizzare le massime economie, anche in considerazione di un prezzo del latte, il cui livello richiede una gestione molto più oculata per riuscire a coprire i costi di produzione.
Diverso appare, invece, il problema per le consistenze dei capi da carne, dove questo tipo di allevamento appare fortemente condizionato dalla politica agricola comunitaria che penalizza fortemente sistemi di allevamento intensivo come il nostro e dove permangono le difficoltà degli allevatori italiani a mantenere competitiva questa produzione. Peraltro va anche considerato che l’allevamento bovino da carne è in crisi a livello non solo nazionale ma europeo se si considera che anche i principali Paesi produttori di carni bovine, denunciano una riduzione dei capi allevati. Una situazione che si ripercuote anche sull’approvvigionamento di capi da carne che i nostri allevatori hanno sempre acquistato da altri Paesi europei e che oggi fanno molta più fatica a trovare disponibili sul mercato, con evidenti ripercussioni sul nostro allevamento da ingrasso.
Il boom dei bufali
Una nota a parte merita il comparto delle bufale, che – pur se rappresenta poco meno del 6% rispetto al totale – assume una consistenza sempre più importante, sia sotto il profilo numerico, che dal punto di vista della dimensione economica, bilancio complessivo del settore bovino-bufalino.
In questi ultimi 10 anni si è, infatti, assistito ad una crescita forte e costante che ha visto il numero degli animali allevati in questo comparto aumentare di quasi il 70%. Si tratta di un settore con una forte specificità, che ha saputo valorizzare al meglio il suo particolare tipo di produzione e i prodotti che ne derivano, con un mercato più premiante sia a livello nazionale che internazionale.
La produzione dei mangimi per bovini
Inevitabile che le vicende che riguardano il settore bovino nel suo complesso abbiamo avuto riflessi anche sulla produzione di mangimi destinati ai bovini sia da latte che soprattutto da carne. Va evidenziato, che ad eccezione dei mangimi per i “vitelli a carne bianca”, i mangimi destinati ai bovini sono mangimi cosiddetto “complementari” e cioè mangimi che, al contrario dei cosiddetti “completi”, non sono in grado da soli di assicurare l’intera razione alimentare dei bovini allevati. I mangimi complementari necessitano pertanto di essere integrati in allevamento, spesso con foraggi di produzione aziendale.
Rispetto alla produzione complessiva di mangimi quelli destinati all’allevamento bovino si attestano, con il 26%, al secondo posto in ordine di importanza dopo quelli destinati all’avicoltura (quasi il 40%) e prima di quelli per suini (circa il 24%).
PRODUZIONE DI MANGIMI 2011
(Quantità in migliaia di tonnellate)
MANGIMI
|
Anno 2010 |
Anno 2011 |
% sul totale |
Var. % 2011/2010 |
PRODUZIONE TOTALE
Di cui: |
14.265 |
14.522 |
100 |
+ 1,8 |
|
5.730
|
5.700
|
39,3
|
|
di cui:
|
3.683
2.673 1.010 |
3.755
2.725 998 |
25,9
18,8 1,2 |
+ 2,0
+1,9
|
|
3.241 |
3.460 |
23,8 |
+ 6,8 |
|
1.611 |
1.607 |
11,1 |
|
Fonte Assalzoo
Nel corso di questi ultimi anni, la produzione di mangimi destinati ai bovini ha risentito della situazione generale di difficoltà del settore, con una riduzione consistente dei mangimi prodotti. Il picco negativo si è registrato nel 2009, con una riduzione in complesso di oltre il 10%, imputabile sia ai mangimi destinati alle vacche da latte (-9,8%) sia a quelli per bovini da carne (- 12%).
Nei tre anni successivi il settore è rimasto debole, con il comparto da latte che ha riguadagnato solo in piccola parte le quantità perse nel 2009, e con il comparto da carne che resta invece in forte difficoltà, continuando a registrare un andamento sostanzialmente negativo.
Difficile quindi fare previsioni anche sul 2012, tenuto conto che i primi dati confermano ancora una produzione di mangimi per il settore bovino in complesso piatta e con il comparto da carne in maggiore affanno.
BOX riepilogativo FILIERA BOVINA
CARATTERISTICHE |
Anno 2011 |
Var.. % sul 2010 |
TOTALE MANGIMI COMPOSTI PER BOVINI |
Tonn. 3.755.000 |
+ 2,0 |
|
|
|
Mangimi per vacche da latte |
Tonn. 2.725.000 |
+ 1,9 |
Vacche da latte presenti negli allevamenti al 1°/12/ 2011 |
n. 1.755.000 |
+ 0,5 |
Latte prodotto |
Tonn. 10.500.000 |
– 2,3 |
Produzione lorda vendibile (milioni di Euro) |
Euro 4.000 |
– 4,8 |
Importazione netta (in equivalente latte) |
Tonn. 8.300.000 |
– 1,8 |
Grado di auto-approvvigionamento |
61% |
+ 3,4 |
|
|
|
COMPARTO CARNE (compresi i vitelli a carne bianca) |
|
|
Mangimi per bovini da carne |
Tonn. 998.000 |
– 1,2 |
Bovini da carne presenti negli allevamenti al 1°/12/ 2011 |
n. 4.143.000 |
+ 1,4 |
Carni bovine prodotte |
Tonn. 1.009.700 |
– 5,5 |
Produzione lorda vendibile (milioni di Euro) |
Euro 4.500 |
+ 1,1 |
Importazione netta |
Tonn. 290.300 |
– 10,5 |
Consumo pro-capite |
Kg 23,8 |
+ 1,3 |
Grado di auto-approvvigionamento |
68% |
+ 4,1 |
Prezzo medio alla produzione (indice 2010= 100) |
105 |
+ 5,4 |
Fonte: Elaborazioni Assalzoo
Foto: Pixabay
Giulio Gavino Usai