PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI DELL’INDUSTRIA MANGIMISTICA ITALIANA
(valori in euro correnti negli anni considerati)
Variabili |
Unità di misura |
2007 |
2008 |
2009(stime) |
Fatturato |
milioni di euro |
6.050 |
6.500 |
5.700 |
Produzione |
migliaia di tonn. |
14.171 |
14.349 |
13.830 |
Investimenti fissi lordi |
milioni di euro |
200 |
180 |
170 |
Utilizzo impianti |
in % |
50 |
55 |
50 |
Numero di addetti |
unità |
8.500 |
8.500 |
8.500 |
Costo del lavoro |
variazioni % |
+ 3,2 |
3,4 |
2,8 |
Prezzi alla produzione |
variazioni % |
+ 20 |
+ 8 |
-13 |
Esportazioni |
milioni di euro |
189 |
213 |
206 |
Importazioni |
milioni di euro |
615 |
635 |
587 |
Saldo commerciale |
milioni di euro |
– 426 |
– 422 |
– 381 |
Fonte: Assalzoo
L’Assemblea annuale delle ditte associate ad Assalzoo, che si tiene a Roma il 23 giugno 2010, rappresenta anche l’occasione per la presentazione dei dati economici relativi all’andamento del settore mangimistico per l’anno 2009. In particolare sono stati pubblicati i primi dati relativi alla produzione industriale di mangimi che – secondo stime effettuate dall’Associazione sulla base di una indagine condotta fra le aziende associate – ha fatto segnare nell’anno passato un calo del 3,5%.
Nel 2009, pertanto, nel nostro Paese i mangimi prodotti dall’industria sono ammontati complessivamente a 13.830.000 tonnellate, rispetto alle 14.349.000 tonnellate del 2008 (dato ufficiale ISTAT). Detta produzione, che va a soddisfare la domanda delle varie specie animali allevate nel nostro paese e risulta così ripartita:
il 39,4%, al comparto avicolo, il 26,3% al comparto bovino, il 23% al comparto suino e il restante 11,3% al complesso degli altri animali (conigli, ovini, equini, pesci, pet food e altri).
Nonostante il segno negativo, va detto che si tratta, tuttavia, di una produzione che resta su quantitativi rilevanti e che mantiene una quota di mercato molto elevata in rapporto alla domanda di mangimi che viene dagli allevamenti nazionali, ai quali l’industria mangimistica italiana ha assicurato, anche per il 2009, oltre il 96% del fabbisogno. Le importazioni di mangimi nel nostro Paese restano infatti su livelli modesti con una quota inferiore del 3,8%, costituita principalmente da mangimi a base di latte per vitelli e da alimenti destinati a animali da compagnia prevalentemente (cani e gatti).
Mangimi
|
Anno 2008 (Tonn.) |
Anno 2009 (Tonn.) |
% sul totale |
Var. % 2009/2008
|
Volatili |
5.363.000 |
5.445.000 |
39,4 |
+ 1,5 |
Bovini |
4.057.000 |
3.635.000 |
26,3 |
– 10,4 |
Suini |
3.255.000 |
3.180.000 |
23,0 |
– 2,3 |
Conigli |
564.000 |
519.000 |
3,7 |
– 8,0 |
Ovini |
251.000 |
203.000 |
1,5 |
-19,1 |
Equini |
88.000 |
85.000 |
0,6 |
-3,4 |
Pesci |
105.000 |
103.000 |
0,7 |
-1,9 |
Pet food |
614.000 |
615.000 |
4,5 |
+ 0,2 |
Altri Animali |
52.000 |
45.000 |
0,3 |
-13,5 |
TOTALE |
14.349 |
13.830 |
100,0 |
– 3,5 |
Un calo produttivo atteso
Va considerato che, dopo due anni consecutivi di incremento della produzione, che avevano portato la produzione mangimistica italiana a raggiungere nel 2008 un picco storico e tenuto conto della generale crisi economica internazionale, il calo produttivo era atteso anche in questo settore produttivo. Un calo che avrebbero potuto avere proporzioni anche maggiori, scongiurate, ancora una volta, soltanto dalla capacità dell’industria di assecondare un modo allevatoriale in grave difficoltà economica e sottoposto alla pressione causata, da un lato, dal basso livello dei prezzi di mercato di molti prodotti zootecnici che non consentono di coprire i costi di produzione e, dall’altro lato, dal permanere delle difficoltà di accesso al credito che hanno accentuato la crisi di liquidità di molte aziende di allevamento.
Una situazione che si accompagna – come accennato sopra – al permanere della crisi economica generale i cui effetti diretti e indiretti hanno gravato pesantemente anche sulla filiera zootecnica nel suo complesso e, di conseguenza, anche sull’industria mangimistica che ne fa parte integrante. Una crisi che ha prodotto nel 2009 i suoi effetti maggiori, alimentando il clima di sfiducia tra i consumatori, con la conseguenza di un calo generalizzato dei consumi, tanto che con riferimento specifico all’intero settore alimentare si è registrato un calo degli acquisti del 3,6%, che fa seguito a quello già registrato nel 2008 del – 2,9%.
Altro aspetto che ha in parte influito sul calo produttivo dei mangimi di produzione industriale è stata la riduzione del costo di alcune materie prime, in particolare dei cereali, che dopo le impennate del 2007 e di parte del 2008, nell’anno passato sono calati in media di circa il 30%. Il basso livello dei prezzi dei cereali, infatti, spesso spinge alcuni allevatori a ricorrere maggiormente all’autoproduzione in azienda dei mangimi a scapito di quelli prodotti dall’industria. Un fenomeno che avviene particolarmente nei comparti dell’allevamento bovino e suino.
La produzione mangimistica in dettaglio
Tornando ai dati di produzione, va evidenziato che il calo produttivo ha riguardato in generale i mangimi destinati a tutte le principali specie animali, compensati per una buona parte dalla maggiore produzione segnata invece dai mangimi per polli da carne. A mostrare con maggiore evidenza il segno negativo c’è, al primo posto, il comparto bovino con un calo a due cifre: diminuiscono in modo evidente sia i mangimi per vacche da latte, che quelli per bovini da carne; seguono anche i mangimi destinati ai suini che si riducono di oltre due punti percentuali rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda il comparto avicolo prevale il segno negativo per i mangimi per le galline ovaiole e per i tacchini, che tuttavia risulta più che controbilanciato dalla buona performance produttiva – come già accennato – degli alimenti destinati ai polli da carne, che hanno consentito a questo comparto di chiudere l’anno con il segno positivo. In calo, nel loro complesso, anche i mangimi destinati alle altre specie minori di animali allevati (conigli, ovini, equini, pesci). Resta, infine, da fare una considerazione a parte per gli alimenti destinati agli animali da compagnia il cosiddetto “ pet food”, che ha resistito alla crisi generale, restando sostanzialmente stabile (+0,2%) a conferma del gradimento crescente che questo genere di alimenti riscuote tra i detentori, in particolare di cani e gatti, ai quali il mangime prodotto dall’industria garantisce non soltanto la praticità d’uso, ma soprattutto ottime performance in termini sia di corretta alimentazione dell’animale, ma soprattutto di salute e di benessere generale dello stesso.
Previsioni difficili per il 2010
Stante l’attuale situazione ed il permanere ancora di fattori di crisi, appare al momento difficile fare previsioni sull’anno in corso e sull’andamento produttivo che lo caratterizzerà. I primi indicatori consigliano di essere prudenti, con una produzione che dovrebbe riconfermarsi sui livelli del 2009: appare infatti ancora difficile, in particolare, la situazione che riguarda il comparto bovino e, anche se con toni meno alti, quella del comparto suino, mentre più solida sembra al momento la produzione destinata agli avicoli, che mostra in questi primissimi mesi ancora il segno positivo.
Analisi dei tre principali comparti del settore mangimistico
Tenuto conto che poco meno del 90% della produzione mangimistica complessivamente realizzata nel 2009 è destinata a tre comparti principali dell’allevamento nazionale e cioè l’avicolo, il bovino e il suino, si riportano a seguire tre tabelle, realizzate sulla base di valutazioni Assalzoo, nella quali viene evidenziato un dettaglio degli indicatori caratterizzanti di ciascuno di tali comparti, con particolare attenzione ai mangimi prodotti, al numero dei capi allevati, ai prodotti che ne derivano e ai relativi consumi.
Il Comparto Avicolo nel 2009
CARATTERISTICHE |
Anno 2009 |
Var. % sul 2008 |
Totale Mangimi per avicoli
|
Tonn. 5.445.000 |
+ 1,5 |
Consistenze allevamenti avicoli (n. capi)
|
606.450.000 479.956.000 46.657.000 56.107.000
|
+ 1,2 + 1,9 + 3,3 -3,1 |
Comparto carni avicole Mangimi per polli da carne Mangimi per tacchini Polli da carne prodotti Carni di tacchino prodotte Consumo procapite di pollame Grado di auto-approvvigionamento |
Tonn. 2.555.000 Tonn. 1.195.000 Tonn. 741.800 Tonn. 292.700 Kg. 18,6 107,1% |
+ 5,1 – 2,4 -4,0 -2,6 + 1,2 – 0,1 |
Comparto uova Mangimi per galline ovaiole
Uova prodotte Consumo procapite di uova Grado di auto-approvvigionamento |
Tonn. 1.585.000
Tonn. 824.300
101,4% |
-1,4
+ 1,0 -1,4 + 1,8 |
Pubblicato: Aprile-Giugno 2010
Foto: Pixabay
Giulio Gavino Usai – Assalzoo