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Antibiotico-resistenza, bassa la conoscenza del divieto UE sull’uso degli Agp

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Moltissimi cittadini europei non conoscono il divieto sull’uso degli antibiotici promotori della crescita (Agp) negli allevamenti. Lo rivela la seconda edizione speciale di “Eurobarometro” dedicata all’antimicrobico-resistenza, pubblicato dalla Commissione Europea nel mese di novembre 2018. Dall’indagine emerge che i più informati sull’iniziativa sono gli italiani e gli olandesi.

Il sondaggio è stato condotto nei 28 Stati membri dell’Unione Europea tra l’8 e il 26 settembre 2018, allo scopo di analizzare le conoscenze della popolazione europea sul fenomeno dell’antibiotico-resistenza. Circa 27.474 cittadini, appartenenti a diversi gruppi sociali e demografici, sono stati intervistati per conto della Direzione Generale per la Salute e la sicurezza alimentare della Commissione Europea.

I risultati dell’indagine evidenziano che la consapevolezza dei problemi legati all’antibiotico-resistenza tra i cittadini dell’UE è ancora bassa e che regna molta disinformazione sulle iniziative messe in atto per contrastarla. In particolare, solo il 38% degli intervistati è a conoscenza del divieto disposto nel 2006 dall’Unione Europea di utilizzare gli antibiotici per stimolare la crescita degli animali da allevamento.

Fefac (European Feed Manufacturers’ Federation), la federazione dei produttori europei di mangimi composti, sottolinea che questo dato è in linea con i risultati del primo Eurobarometro speciale dedicato all’antimicrobico-resistenza, che era stato pubblicato nel mese di aprile 2016, secondo cui il divieto d’impiego degli Agp era noto soltanto al 37% dei cittadini dell’UE. Soltanto in due Stati membri la maggioranza degli intervistati sapeva dell’esistenza del divieto: i Paesi Bassi, dove la percentuale è pari al 54%, e l’Italia, dove raggiunge il 52%. Seguono la Finlandia (46%), il Belgio (44%) e la Polonia (43%).

I Paesi in cui le probabilità di conoscere il divieto appaiono inferiori sono l’Ungheria (29%), il Regno Unito (29%), l’Estonia (27%), la Grecia (25%) e la Romania (21%). Confrontando i risultati a livello nazionale con quelli del sondaggio condotto nel 2016, emerge che la percentuale degli intervistati che afferma di conoscere il divieto è aumentata in 13 Stati membri, ma è diminuita in 15.

 

Foto: Pixabay

n.c.