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Mangimi, pubblicata la nuova edizione del Manuale di buone pratiche dell’Ifif
A dieci anni di distanza dalla prima edizione, l’Ifif, la Federazione internazionale dell’Industria mangimistica, e la Fao pubblicano il nuovo Manuale di Buone pratiche del settore mangimistico. È uno strumento fondamentale per accrescere i livelli di conoscenza e il know-how nei Paesi produttori di mangimi per fornire prodotti per l’alimentazione animale sempre più sicuri dal punto di vista della salubrità. L’attenzione dei redattori del documento è infatti riservata proprio a questi aspetti, come ricorda Daniel Bercovici, presidente di Ifif. Il documento ha un gran valore in quanto rappresenta una risorsa con cui “promuovere la sicurezza dei mangimi, elemento chiave per la produzione sostenibile di alimenti di origine animale: un prerequisito per la sicurezza alimentare e la salute dell’uomo ma anche una necessità per la salute e il benessere animali”, sottolinea Bercovici.
La sicurezza requisito fondamentale dei mangimi
Le autorità internazionali come la Fao e l’Ifif sono impegnate per elevare gli standard di sicurezza in tutto il mondo promuovendo un approccio basato sul rischio. Non tutti i Paesi nel mondo hanno infatti a disposizione le conoscenze necessarie per garantire un tipo di produzione altamente sicura. Oltre all’assenza dell’adeguato know-how, ci sono ulteriori rischi correlati, ad esempio, alla presenza di patogeni, la cui minaccia è favorita anche dal commercio internazionale, o al cambiamento climatico. Per questo è necessario uno sforzo congiunto di tutti i portatori di interesse a livello mondiale per assicurare la sicurezza e la salubrità dei prodotti per animali.
Il Manuale di Buone pratiche ha quindi come obiettivo quello di fornire informazioni complete e linee guida pratiche per i produttori e gli altri operatori della filiera in modo tale che possano attenersi ai requisiti del Codice alimentare sull’alimentazione animale di Codex Alimentarius. I destinatari del manuale sono sia i gestori degli stabilimenti sia tutti quelli che si occupano della produzione mangimistica ma anche le autorità competenti nazionali con compiti ispettivi o le associazioni di categoria.
La seconda edizione è aggiornata con i riferimenti agli sviluppi recenti nella produzione e alle ultime conoscenze tecnico-scientifiche. Tra le novità ci sono infatti le evidenze contenute nei report di Fao e Oms sui Rischi associati all’alimentazione animale, sul carryover nei mangimi e sul trasferimento, inevitabile e non intenzionale, dai mangimi ai prodotti alimentari di residui di farmaci veterinari autorizzati. Il focus del manuale resta però relativo alla sicurezza alimentare per l’uomo e alle buone pratiche per assicurarla. Sebbene sia riconosciuto il contributo dell’acquacoltura, il manuale è più diretto al settore zootecnico.
La produzione di mangimi a livello industriale ha raggiunto, nel mondo, un livello di un miliardo di tonnellate annuo, con ottomila stabilimenti dalla capacità produttiva di oltre 25 mila tonnellate annue. Il commercio coinvolge ora 130 Paesi, generando un flusso di denaro di 400 miliardi di dollari. Il settore è dunque in ottima salute ed è parte di quella filiera produttiva che deve far fronte a una crescente domanda di prodotti di origine animale. Questi prodotti hanno bisogno di mangimi che siano ben formulati e che al contempo rispettino i principi della sostenibilità. Devono essere alimenti sani, sicuri e tracciabili. Per questo è importante che siano prodotti nel rispetto di elevati standard di sicurezza, verificabili e oggetto di controlli di qualità.
Foto: Pixabay
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