Il 2023 è stato un anno, nel complesso, positivo per la mangimistica italiana. La produzione complessiva segna una crescita del 2,6% rispetto al 2022, che equivalgono a 390 mila tonnellate in più sull’anno precedente. È questo la fotografia produttiva presentata da Assalzoo – Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici – in occasione dell’assemblea annuale tenutasi a Brescia presso la Cantina Villa Franciacorta.
I numeri – Entrando nella scomposizione del dato complessivo, si segnala con chiarezza la ripresa del settore avicolo. Si assiste a una chiara fatica nella filiera suinicola. Sostanzialmente in tenuta la dinamica della filiera bovina. Sempre in positivo l’andamento del pet food; ancora in difficoltà il settore dell’acquacoltura dopo un 2022 di risalita.
“La crescita che si è raggiunta nel 2023 va ascritta nel complesso alla ripresa del settore avicolo che ha superato le difficoltà conseguenti alla diffusione dell’influenza aviaria. Preoccupa la situazione della suinicoltura alle prese con i focolai di Psa (Peste suina africana). I dati, presi nell’insieme, mostrano una tenuta importante del settore mangimistico. In un contesto generale, pur se estremamente sfidata, la nostra industria continua a mostrare una forte capacità di tenuta, confermando il ruolo decisivo nell’intera economia zootecnica”, commenta Silvio Ferrari, Presidente di Assalzoo.
Filiera avicola – Il canale produttivo dell’avicoltura segna nel 2023 il superamento della crisi del 2022, recuperando la capacità di crescita tipica del settore. La produzione arriva a 6.137.000 da 5.705.000 tonnellate; una crescita di 432 mila tonnellate di mangimi, pari al 7,6%. Il dato positivo riafferma il ruolo guida dell’avicoltura nella produzione di mangimi con il 40% del totale. Tutte le singole specie avicole hanno visto una forte espansione dei volumi prodotti: polli da carne (+4,9%), galline ovaiole (+4,8%) e, soprattutto, i tacchini: qui la crescita raggiunge il 29,2%, riprendendo la corsa al rialzo interrotta bruscamente nel 2022.
Filiera suina – Ancora un segno meno invece per l’alimentazione dei suini. Nell’arco del 2023 la suinicoltura ha consumato 3.960 milioni di tonnellate di mangimi, sotto la soglia delle quattro milioni di tonnellate, confermando un trend di decrescita già presente nel 2022. Continuano a pesare gli effetti della Peste suina africana riscontrata nei cinghiali in vari focolai della penisola. A ciò si sommano i timori per un rallentamento delle esportazioni sui mercati esteri proprio a causa dei possibili rischi sanitari.
Filiera bovina – Sostanzialmente stabile la produzione di mangimi per il settore bovino. Il comparto, che assorbe quasi il 25% della produzione totale di alimenti per animali, mostra una produzione di 3.731.000 tonnellate di mangimi con un rialzo dello 0,7%. A crescere sono le vacche da latte con un incremento dell’1,9% sul 2022 e, in particolare, i bufali con il 5,1%.
Altre specie animali – Un 2023 a due facce: bene ovini ed equini, male conigli e pesci. Nel complesso la produzione di alimentazione per altre specie animali cresce da 974 a 978 mila tonnellate grazie soprattutto alla performance degli “altri animali” che sollevano la dinamica – nel complesso pressoché piatta – di ovini, equini, conigli e pesci.
Pet food – Non si ferma invece la crescita dell’alimentazione per gli animali domestici, che anche nel 2023 evidenzia un incremento del 2% rispetto all’anno precedente e con 551mila tonnellate di produzione italiana.