Il settore mangimistico in Italia e in buona parte del continente, come del resto confermato anche in occasione della 63° Assemblea Generale di FEFAC a Lione, è ormai un’industria matura, con produzioni sostanzialmente stabili. Tuttavia, per il bene della zootecnia in generale, che comunque evidenzia andamenti divergenti da settore a settore, e per la stessa industria mangimistica, è necessario impegnarsi ancora di più per mantenerne la competitività, guadagnando il rispetto dei nostri partner europei sulle peculiarità delle nostre produzioni. Un impegno che non può prescindere dal dialogo con le istituzioni politiche italiane, per essere il giusto punto di riferimento nell’ambito delle produzioni zootecniche e condividere così le volontà politiche che spesso – forse proprio per carenza di informazioni– non hanno saputo sostenere il settore.
Quella mangimistica è da sempre un’industria simbolo della rivoluzione industriale che ha inciso direttamente – con migliori performance e investimenti – e indirettamente, alla diffusione delle nuove tecnologie d’allevamento, alla base dello sviluppo delle eccellenze alimentari italiane. Ma anche un esempio di sostenibilità, da sempre nell’ottica di quella che oggi è definita come economia circolare: nasce infatti nel primo dopoguerra vicino all’industria molitoria per poterne valorizzare i sottoprodotti quali la crusca.
Un percorso che non è certo finito qui. Non dobbiamo chiuderci in trincea ma essere portatori proattivi di spunti di novità – ad esempio per quanto riguarda l’utilizzo di nuove materie prime o loro varianti, per un uso mirato a ottenere “più con meno” – che possano, qualora ritenuti positivi, essere di stimolo all’innovazione in tutta la filiera.
Oggi l’epopea di sviluppo dell’industria mangimistica, che dai molini è passata ad impianti ad elevato contenuto tecnologico, non è più d’attualità. Anzi c’è da chiedersi ogni minuto come far evolvere il sistema in un mondo completamente diverso, con un consumatore cambiato e in presenza di situazioni e trend potenzialmente distruttivi. Di certo il futuro delle produzioni animali sarà sempre più interconnesso con l’industria mangimistica se si vorranno raggiungere i due scopi principali di lungo termine: garantire un elevato grado di sicurezza alimentare ad una popolazione crescente, andando incontro alle richieste di un mercato in continua evoluzione con un consumatore sempre più esigente.
Da anello della filiera agro-zootecnica e alimentare Italiana abbiamo una duplice responsabilità: difendere i presupposti di unicità e distintività delle eccellenze alimentari italiane basate sui più elevati livelli di sicurezza, qualità e sostenibilità; dall’altro innovare costantemente processi e prodotti per renderli sempre più rispondenti alle esigenze in costante evoluzione del consumatore.
Qui non ci sono “contratti di programma” da negoziare ma c’è – come sempre – da lavorare:
– per ridare grande dignità, agli occhi sia dei consumatori che dei politici, all’importante ruolo della mangimistica che ha contribuito allo sviluppo e alla crescita di importanti settori zootecnici
– per ridurre al minimo le distorsioni di mercato e di “sistema Paese” che impediscono agli imprenditori di competere ad armi pari tra loro e con i nostri colleghi europei;
– per sensibilizzare le aziende del settore a seguire in modo proattivo gli adattamenti alla nuova legislazione e alle richieste del mercato.
Gli obiettivi sono importanti, ma ho la certezza di poter contare sulla collaborazione di tutti gli associati, sull’esperienza di chi ha qualche anno in più e sull’entusiasmo dei giovani.
Mi accingo a ricoprire la carica di Presidente cercando di bilanciare le caratteristiche che deve avere un’Associazione di categoria, massimizzando il ruolo delle persone che operano nella struttura e investendo le risorse disponibili in attività a supporto delle politiche dell’Organizzazione. Anche alla luce della nuova architettura di gestione da implementare, l’azione dovrà essere molto snella, trasparente e, per quanto possibile, aperta al dialogo. Sono numerosi gli strumenti di cui l’associazione è dotata: sarà necessario metterli sempre più a sistema per una comunicazione efficace.
Ringrazio ancora una volta tutti gli associati per la fiducia dimostrata. Sono certo che insieme potremo fare ancora molto per le filiere zootecniche italiane.
Marcello Veronesi