Italia e Cina verso lo sblocco delle esportazioni di petfood. La ripresa degli scambi commerciali dipende infatti dal mancato riconoscimento dell’Italia come Paese indenne dall’aviaria ad alta patogenicità da parte di Pechino. Ma con una valutazione positiva da parte delle autorità asiatiche e con la pubblicazione dell’Oie la situazione potrebbe presto cambiare. La strada delle relazioni tra i due Paesi sembra in discesa dopo la visita in Cina della delegazione del ministero della Salute guidata da Silvio Borrello, capo dei Servizi veterinari e direttore generale della Sanità animale e dei farmaci veterinari. Nel corso degli incontri, oltre al petfood, si sono affrontati anche i temi delle malattie animali, tra cui appunto l’influenza aviaria, e la ricerca scientifica.
I rappresentanti italiani hanno consegnato il dossier per il riconoscimento dello status di Paese indenne dall’influenza aviaria. Inoltre è stata discussa la possibilità di definire una compartimentalizzazione del settore per evitare ulteriori blocchi in caso di nuove epidemie. Infine è stata resa nota la richiesta all’Organizzazione internazionale della sanità animale della pubblicazione dell’attestazione sullo stato di indennità dell’Italia da parte del capo dei servizi veterinari.
La risoluzione della questione avrà un effetto positivo sul commercio di petfood, un dossier tuttora spinoso. Al momento, infatti, c’è il divieto di esportare alimenti per animali domestici con carne bovina e avicola. A pesare sono la presenza di sottoprodotti di bovino che ricadono in una categoria non ancora autorizzata dalla Cina nonostante la rimozione del bando per la “mucca pazza” e appunto il mancato riconoscimento dell’Italia come “aviaria-free”.
Istituti zooprofilattici pronti ad accogliere i ricercatori cinesi
L’altro tema al centro dei colloqui è stato quello relativo alla malattia vescicolare del suino. L’obiettivo è ampliare il riconoscimento dell’indennità a tutte lle regioni. Sono state fornite informazioni sull’assenza del virus e, anche in questo caso, sulla richiesta all’Oie di pubblicazione dell’auto-dichiarazione d’indennità. Massima disponibilità a esaminare i dossier rapidamente è stata assicurata dai delegati cinesi.
Aperture, infine, sul fronte della cooperazione scientifica sulle malattie di interesse per la controparte cinese, dall’aviaria alla peste suina africana. Gli istituti zooprofilattici delle Venezie e di Umbria e Marche hanno manifestato la massima disponibilità a ospitare i ricercatori cinesi e a collaborare nelle materie veterinarie.
La delegazione italiana ha incontrato il direttore generale del ministero dell’agricoltura e degli affari rurali e il direttore dell’amministrazione generale delle dogane cinesi. I vertici si sono svolti in uno spirito di collaborazione anche grazie ai colloqui politici bilaterali che si sono succeduti nell’ultimo anno e che hanno portato, tra l’altro, alla ripresa delle esportazioni di carni suine congelate e dei sottoprodotti della macellazione verso Pechino.
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