In flessione la produzione di carne bovina in Europa. Nella prima metà del 2021, il settore ha registra una diminuzione dello 0,5% in volume su base annua, ma il quadro per singolo Paese dell’UE è molto diversificato. A registrarlo è l’ultimo report Ismea.
Ad incidere sul lavoro degli allevamenti ci sarebbero l’aumento dei prezzi dell’energia, dei trasporti e le conseguenze della diffusione della variante Delta del Covid-19, in particolare in Asia. I prezzi dell’energia, in particolare del gas naturale in Europa, stanno toccando nuovi massimi. Di conseguenza, i prezzi dei prodotti di origine animale rimasti relativamente invariati, non permettono margini di guadagno adeguati.
La produzione di carne bovina in Europa
Nella prima metà del 2021, la produzione di carne bovina dell’UE è diminuita dello 0,5% in volume su base annua, ma il quadro per singolo Paese dell’UE è molto diversificato. Il contributo principale a questo calo è venuto dall’Irlanda (-7% o 41 000 t). Ciò è dovuto principalmente alle incertezze sulla gestione del confine tra Regno Unito e Irlanda dopo che il Regno Unito ha lasciato il mercato unico e all’anticipazione di potenziali tensioni che hanno portato a un aumento della produzione alla fine del 2020.
La produzione di carne bovina in Germania ha mostrato una riduzione di -1,5% (16 000 t) nel primo semestre, che riflette una riduzione della mandria, misure anti-Covid e una bassa domanda da parte dei servizi di ristorazione. In Spagna, al contrario, la produzione è aumentata del 6,3% (20 000 t). Prezzi favorevoli in un mercato interno ristretto e una mandria di vacche in aumento costituiscono la base di questa evoluzione.
A causa dell’aumento dei prezzi dei mangimi, sono previsti incrementi delle macellazioni nella seconda metà del 2021. Ma la situazione economica in graduale miglioramento e gli attuali prezzi favorevoli nell’UE limiteranno l’ulteriore calo della produzione di carne bovina, a solo -0,5% nel 2021, riprenderà poi la tendenza al ribasso nel 2022 (-0,9%).
Il calo del consumo apparente potrebbe continuare nel 2021 (-0,6%), nonostante la prevista ripresa della domanda nella seconda metà del 2021.
Previsto il recupero di importazioni ed esportazioni
Le esportazioni di carne bovina dell’UE sono diminuite di quasi il 6% nel primo semestre 2021, principalmente a causa del calo delle esportazioni verso il Regno Unito (-27 000 t), sebbene i flussi commerciali tra il Regno Unito e l’UE sembrino stabilizzarsi (T1: -29%, T2: -6%). I prezzi dell’UE relativamente alti stanno giocando un ruolo importante in questo contesto. Continuano invece a crescere le esportazioni verso alcuni mercati ad alto valore come Hong Kong e Norvegia. Pertanto, si prevede un piccolo aumento su base annua nel 2021 (+2%) e un aumento più importante nel 2022 (+5%).
Attualmente c’è una carenza di carne bovina sul mercato internazionale. Australia e Brasile stanno rifornendo i mercati interni e quindi hanno meno carne bovina disponibile per l’esportazione. L’Argentina ha sospeso più volte le sue licenze di esportazione e i macelli indiani sono stati colpiti dalle misure Covid-19. I dati sulle importazioni nel primo semestre 2021 sono ancora negativi (-11%), a causa del calo della domanda nell’UE legato alla chiusura dei servizi di ristorazione e alla carenza di carne bovina sul mercato mondiale. Le importazioni dell’UE dovrebbero recuperare del 5% nel 2021, trainate dalla graduale riapertura dei servizi di ristorazione e del turismo in molti paesi dell’UE.
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