Sono i metodi di preparazione e di cottura a rendere il consumo di carne rossa potenzialmente pericoloso. Non bisogna dunque rinunciarci, ma solo fare attenzione durante la preparazione. La carne, infatti, rappresenta “un’importante fonte di proteine ad alto valore biologico e di altri nutrienti essenziali per la vita, soprattutto in alcune fasce d’età e condizioni di salute”. Ad affermarlo è il Comitato nazionale per la sicurezza alimentare (Cnsa), che in seguito all’allarme lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), è stato incaricato dal Ministero della Salute di esprimere un parere sull’articolo pubblicato sulla rivista The Lancet – Oncology dall’International Agency for Research on Cancer. Lo studio, nei mesi scorsi, aveva destato preoccupazione perché aveva messo in relazione il consumo di carni rosse trasformate e fresche con un maggior rischio di cancro al colon retto.
Al termine di un’approfondita istruttoria durata tre mesi, i membri del Cnsa hanno evidenziato che lo sviluppo dei tumori dipende da “più fattori di natura individuale, comportamentale e ambientale”. Pertanto, non si può affermare che il consumo di carne rossa sia direttamente associato allo sviluppo del tumore. Il Comitato precisa che a essere pericolosi sono invece i metodi di cottura: “L’effetto cancerogeno delle carni è condizionato da abitudini di cottura e trasformazione“. Di conseguenza, per poterle mangiare in sicurezza, occorre fare attenzione alla sua preparazione, “limitando in particolare cotture alla griglia ad alte temperature e fritture”.
Gli esperti raccomandano, quindi, “di seguire costantemente un regime alimentare vario, ispirato al modello mediterraneo”, che preveda una riduzione dei grassi e delle proteine animali, ma che non li escluda. “Un regime dietetico adeguato ed equilibrato non solo garantisce un apporto ottimale di nutrienti, ma permette anche di ricevere sostanze che svolgono un ruolo preventivo o protettivo nei confronti di determinate condizioni patologiche”.
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