Nella prima metà del 2016 le esportazioni in Cina dei suini prodotti in Europa sono raddoppiate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo comunica l’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), evidenziando che nei primi otto mesi del 2016 il comparto suino ha registrato segnali positivi grazie al rialzo dei prezzi e all’incremento delle esportazioni verso i paesi extra-europei. Tuttavia, l’Istituto sottolinea che nei prossimi anni l’export verso la Cina potrebbe subire una frenata a causa dell’emanazione, lo scorso giugno, delle “Linee guida sull’alimentazione” da parte del governo cinese. Queste raccomandazioni, dirette a orientare i consumi in maniera più sostenibile e salutistica, potrebbero infatti determinare una riduzione dei consumi di carne. La Cina pertanto, pur rappresentando attualmente il motore trainante del settore, costituisce un’incognita.
Per quanto riguarda l’Italia, nei primi sette mesi del 2016 l’export di preparazioni e conserve suine è aumentato del 17,7%, generando un incremento del ricavato pari al 7,2%. In particolare, si è registrato un incremento delle esportazioni dei prosciutti con osso stagionati (+21,6%), delle pancette stagionate (+19,5%) e dei prosciutti cotti (+14%). In ripresa anche le vendite all’estero della mortadella (+5%).
L’Istituto sottolinea che sono cresciute anche le quotazioni del mercato suinicolo, sia all’origine che all’ingrosso. Nei primi sei mesi del 2016, infatti, l’indice Ismea dei prezzi all’origine dei suini ha registrato un aumento dell’1,8% rispetto al primo semestre del 2015, e nei mesi successivi la crescita è stata anche più evidente: a settembre è stato registrato l’incremento record del 13% su base annua. L’Ismea evidenzia che il rialzo dei prezzi all’origine, insieme all’andamento dei costi di produzione che si sono mantenuti stabilmente bassi per tutto il 2016, ha quindi fatto risollevare il settore. Inoltre, nei primi otto mesi del 2016 la redditività degli allevamenti suinicoli risulta in progressivo aumento. Restano invece in calo i consumi sul mercato interno, sia di carni che di salumi.
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