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Caro energia, l’allarme degli agricoltori: gas + 700%, a rischio la produzione

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I rincari in bolletta stanno mettendo a rischio la produzione agricola e alimentare in Italia. L’allarme arriva da Confagricoltura e Coldiretti. “Per l’agricoltura, il caro energia ha un duplice effetto negativo”, spiega il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “Ha fatto salire con percentuali senza precedenti i costi di produzione, dai fertilizzanti ai mangimi. Per effetto del prezzo del gas, cresciuto di oltre il 700%, potrebbe risultare insufficiente l’offerta di alcuni beni intermedi fondamentali per le prossime semine. Inoltre, aumenta ogni giorno il numero delle imprese di trasformazione che riducono o bloccano il normale ciclo di lavorazione. Con il risultato di limitare le possibilità di collocamento dei nostri prodotti”.

La produzione agricola e quella alimentare in Italia assorbono oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Enea sugli effetti dei rincari della bolletta energetica sugli approvvigionamenti alimentari degli italiani.

“I rincari dell’energia – sottolinea la Coldiretti – hanno dunque un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola. In un momento in cui con la pandemia da Covid si è aperto uno scenario di, accaparramenti, speculazioni e aumenti dei prezzi di beni essenziali che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare. Nel sistema agricolo i consumi diretti di energia includono i combustibili per trattori, serre e i trasporti mentre i consumi indiretti ci sono quelli che derivano da fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica (4,7 Mtep)”.

Il caro energia nel settore

Per le operazioni colturali gli agricoltori “sono stati costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le lavorazioni dei terreni, senza dimenticare che l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%)”.

L’aumento dei costi riguarda “anche l’alimentazione del bestiame, il riscaldamento delle serre per ortaggi e fiori che molti sono stati costretti a spegnere mettendo a rischio il futuro di alcune delle produzioni più tipiche del florovivaismo nazionale come tra gli altri il ciclamino, il lilium o il ranuncolo”.

Il caro energia “si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica (+72%) per i vasetti dei fiori alla banda stagnata per i barattoli (+60%), dal vetro (+40%) per i vasetti fino alla carta (+31%) per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi”.

Il ruolo del governo italiano

La filiera agroalimentare, nel complesso, è il primo settore economico del Paese con un fatturato annuale di oltre 540 miliardi di euro e 3,6 milioni di persone occupate.

In vista delle decisioni annunciate dal governo, il presidente di Confagricoltura evidenzia la necessità di un intervento incisivo e straordinario per non mettere a rischio la ripresa dell’economia e l’occupazione. Anche le esportazioni agroalimentari potrebbero subire un ridimensionamento. Confagricoltura ricorda che le vendite di settore all’estero si sono attestate alla fine del 2021 ad oltre 51 miliardi di euro, raggiungendo il massimo storico. “Senza un intervento incisivo e prolungato rischiamo gravi turbative sul mercato dei prodotti destinati all’alimentazione”, conclude Massimiliano Giansanti.

“In tale ottica è importante l’intervento del Governo per alleggerire la bolletta energetica e non fermare un sistema strategico per garantire l’approvvigionamento alimentare” afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, segnalando “la necessità di cogliere le opportunità che vengono dall’economia circolare dotando il Paese di una riserva energetica sostenibile con la filiera del biometano agricolo da fonti rinnovabili con l’obiettivo di arrivare a rappresentare il 10% del fabbisogno della rete del gas nazionale”.

Foto: Pixabay