Home Attualità Ceta, la regolamentazione internazionale del commercio favorisce l’export agroalimentare

Ceta, la regolamentazione internazionale del commercio favorisce l’export agroalimentare

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Con il CETA saranno finalmente riconosciute e tutelate anche in Canada 172 indicazioni geografiche dell’UE, di cui sono ben 41 sono quelle italiane, che se pur in numero limitato rispetto alla totalità, rappresentano il 98% del nostro export. Va messo in evidenza che l’elenco dei prodotti protetti è “chiuso” e la possibilità di ampliarlo è prevista solo a seguito di una nuova trattativa.

Certo alcuni compromessi nell’accordo dovevano essere trovati. E così sarà possibile che alcuni specifici prodotti canadesi omonimi dei nostri già circolanti in Canada prima del 18 ottobre 2013 (in pratica si tratta di tre formaggi Taleggio, Asiago Fontina e Grogonzola) , potranno continuare ad essere commercializzati, per almeno dieci anni. Oppure, che i prodotti canadesi classificati chiaramente come “tipo, stile, imitazione” di un prodotto protetto potranno continuare a circolare. Si tratta tuttavia di un compromesso – obtorto collo – che può essere ritenuto pur sempre accettabile e che di fatto sancisce una sorta di coesistenza di tali prodotti (copia) con quelli originali, che però ha il lato positivo di permettere al consumatore, quanto meno, di distinguere l’origine reale dei prodotti.

Inutile dire che sarà molto importante anche l’attività di controllo ed in questo senso è incoraggiante che all’indomani della firma dell’Accordo sia stato siglato un accordo anche tra organismi di certificazione. Infatti, la EA – European Cooperation for Accreditation – e la SCC – Standards Council of Canada – hanno firmato un accordo per gestire il mutuo riconoscimento degli organismi di certificazione e dei laboratori di prova accreditati previsti dal CETA. Un aspetto di non poco conto che garantirà l’accettazione reciproca, da parte di Canada e Paesi UE, delle certificazioni di prodotto e delle prove accreditate in Canada da SCC e in Europa dai vari enti nazionali di accreditamento che operano secondo il Regolamento (CE) 765/2008.

In definitiva il CETA, al di là delle critiche di alcuni, si presenta come un’opportunità per lo sviluppo dell’economia e dell’occupazione, ma rappresenta anche un importante strumento per proteggere dal dilagare della contraffazione molte nostre produzioni agroalimentari che con l’Accordo son riconosciute e tutelate.

Un risultato importante, quindi, che per le stesse ragioni dovrebbe fare riflettere sull’opportunità che a livello europeo venisse fatto il possibile per cercare di evitare che l’altro importante accordo in ballo con gli USA – il TTIP – venisse portato avanti cercando di superare anche le riluttanze della nuova Presidenza degli Stati Uniti che sembra orientata a cancellarlo tra le priorità.

 

Foto: Pixabay

Giulio Gavino Usai