Un team di ricercatori cinesi ha sequenziato il genoma del fagiolo azuki. Questo permetterà di migliorare la qualità del legume e d’individuare geni utili nel settore agricolo. Ad affermarlo sono gli scienziati della China Agricultural University di Beijing, coordinati da Wan Ping, che hanno pubblicato i risultati della ricerca sulla rivista Proceedings of National Academy of Sciences.
L’azuki viene seminato in Cina da 12 mila anni. Rappresenta un’importante fonte di amido, proteine, sostanze minerali e vitamine per almeno un miliardo di persone in tutto il mondo. È infatti coltivato e consumato in più di trenta paesi, soprattutto nell’Asia orientale. Grazie al suo scarso contenuto di grassi, viene spesso consigliato nelle diete dimagranti ed è stato definito il “fagiolo per la perdita di peso”. Inoltre, viene anche utilizzato nella medicina tradizionale cinese come diuretico e per alleviare i sintomi dell’idropisia e della beriberi.
Nel corso dello studio, gli esperti hanno identificato 34.183 geni nel Dna del legume. Hanno osservato che l’azuki è geneticamente più simile alla soia che ad altri legumi. Inoltre, hanno scoperto che discende dalla qualità azuki semi-selvatica.
“Il fagiolo azuki è ricco di amido (57,06%) ed è caratterizzato da un basso contenuto di grassi (0,59%) rispetto alla soia e ad altri legumi – spiega il dottor Wan Ping -. Il sequenziamento del genoma faciliterà l’identificazione di geni importanti dal punto di vista agricolo e aiuterà a migliorare la qualità dell’azuki“.
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