La pandemia ha sconvolto l’economia europea nel momento in cui le istituzioni erano al lavoro per definire il futuro dell’agricoltura. Il settore primario europeo è infatti alla vigilia di una nuova fase, che poggia sulla strategia Farm to Fork e sulla nuova Politica agricola comune. Due strumenti che non mancano di presentare alcune criticità secondo Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura. Dalla strategia potrebbe derivare un effetto negativo per l’agricoltura mentre per la futura Pac le risorse stanziate non sembrano sufficienti. Questi temi sono stati affrontati nel corso del suo intervento all’assemblea annuale dell’organizzazione.
Per la Pac una dotazione più leggera in termini reali
Centrale per il futuro dell’agricoltura è la questione della riforma della Pac. Se il Quadro finanziario pluriennale dell’Ue per il periodo 2021-2027 ha stanziato più fondi, per Confagricoltura si tratta comunque di una dotazione del bilancio agricolo inferiore del 10% in termini reali rispetto al precedente periodo di programmazione.
La posizione critica dell’organizzazione era già stata espressa, anche in questi termini, prima dell’assemblea. “La Pac – aveva detto Giansanti – deve restare una politica economica a sostegno della produzione e della competitività delle imprese senza discriminazioni in base alla dimensione. Il massimale proposto per i pagamenti diretti alle imprese più grandi colpirebbe le strutture che producono per il mercato e più aperte alle innovazioni tecniche necessarie per una maggiore sostenibilità ambientale. La cosiddetta convergenza esterna, per ridurre il divario dei pagamenti diretti erogati nei diversi Stati membri, è uno strumento antieconomico perché non tiene conto dei divari esistenti in termini di costi di produzione e potere d’acquisto”.
Confagricoltura era intervenuta in occasione delle trattative sul Recovery Fund e della discussione sul Quadro finanziario dell’Ue: “Il Consiglio europeo – aveva detto il presidente di Confagricoltura – dovrebbe limitarsi a fissare il bilancio pluriennale dell’Unione per l’agricoltura, lasciando aperte tutte le strade per le scelte finali sulla riforma della Pac”.
Digitalizzazione e ricerca per lo sviluppo del settore
A maggio la Commissione europea ha presentato due comunicazioni chiave del Green New Deal, il Patto per il Clima dell’Unione. Una è dedicata alla tutela della biodiversità, l’altra alla strategia Farm to Fork per un sistema alimentare più sostenibile. Tuttavia, secondo Confagricoltura, il percorso che ha portato alla sua definizione non è esente da alcuni difetti. Ad esempio non è stato eseguito alcuno studio di impatto né sono stati coinvolti altri stakeholder. L’intero disegno potrebbe avere conseguenze negative: “Non è in discussione il traguardo di una crescente sostenibilità ambientale dei processi di produzione ma così facendo sussiste il reale rischio che tale riforma possa impattare in modo sostanziale sul settore agricolo europeo. La riduzione della produzione prevista dalle due strategie porterà inevitabilmente ad un aumento delle importazioni di prodotti agricoli da Paesi terzi, che non sempre rispetteranno gli standard produttivi europei”, ha detto in assemblea Giansanti.
Proprio alla sostenibilità ha dedicato parte del suo intervento la ministra delle Politiche agricole alimentari forestali Teresa Bellanova, in collegamento con l’assise di Confagricoltura. Bellanova ha ricordato i traguardi conseguiti dall’agricoltura italiana: “A quel futuro verde il nostro Paese arriva con le carte più che in regola, per il suo essere primo al mondo per la biodiversità, per l’agricoltura biologica e l’agricoltura integrata, tra i meglio organizzati sulle attività di economia circolare, tra i più virtuosi per le politiche sulle bioenergie. L’agricoltura industriale e inquinante non è quella italiana. Lo dobbiamo dire con forza. Certamente possiamo e dobbiamo fare di più ma l’Italia nel campo dell’agricoltura sostenibile può insegnare molto”.
Quella ambientale della sostenibilità e quella economico-finanziaria della riforma della Pac non sono le uniche due sfide che attendono il settore agricolo europeo. Come ha ricordato Confagricoltura un altro tema in agenda è quello delle relazioni commerciali, tra le continue fibrillazioni con gli Usa, e la minaccia di nuove tariffe sull’import, e i rapporti da ridefinire con il Regno Unito alla fine del periodo transitorio post Brexit del 31 dicembre, con il rischio che tornino dazi e controlli alle frontiere.
Per vincere queste sfide, per sostenere l’agricoltura italiana ed europea bisognerà puntare su strumenti quali la digitalizzazione e l’innovazione dei processi di produzione, la ricerca, la promozione del Made in Italy, la formazione e informazione al consumatore, senza dimenticare la modernizzazione delle infrastrutture e la sburocratizzazione.
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