Nei primi nove mesi del 2024, la crescita della spesa alimentare in Italia ha registrato una brusca frenata, segnando un incremento di appena lo 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. Secondo il Report Consumi di ISMEA, diffuso i primi di dicembre, i consumatori tornano a fare scelte più ponderate, con dinamiche variabili tra i diversi comparti e canali di distribuzione.
Questo scenario riflette un periodo di transizione, in cui le dinamiche di prezzo e la capacità di spesa dei consumatori continuano a influenzare profondamente il settore agroalimentare italiano.
I supermercati si confermano il punto di riferimento principale, rappresentando il 41% delle vendite totali e registrando un aumento del fatturato del 2,3%. Crescono anche i discount (+1,4%), mentre continuano a perdere terreno i canali tradizionali come il dettaglio (-6,7%) e i “liberi servizi” (-4,4%). Tra le famiglie, i giovani “pre-family” sono i più penalizzati, riducendo i volumi nel carrello e contenendo la spesa del 5,2%. Al contrario, i nuclei maturi (coppie e single anziani) incrementano sia la spesa (+1,3% e +3,3%) sia i volumi. In generale, i consumatori mostrano maggiore attenzione ai costi, con contrazioni di spesa per carni (-2,4%), lattiero-caseari (-1,7%) e salumi (-0,5%), mentre crescono gli acquisti di uova (+1,3%), ortaggi (+1,1%) e frutta (+3,3%). Tra i derivati dei cereali, il pane e le basi pizza segnano un lieve aumento dei volumi, mentre la pasta di semola secca cala in valore.
L’olio extravergine di oliva pesa sempre più sul portafoglio, con un aumento di spesa del 34% rispetto al 2023, trainato da rincari dei prezzi superiori al 40%. Nonostante un contenimento dei volumi, il comparto degli oli vegetali registra una crescita complessiva del 18,2%.