Sono meno dell’1% le non conformità emerse nelle analisi eseguite su alimenti e bevande nell’ambito dell’attività di controllo e vigilanza del ministero della Salute nel 2019. Il dato è in calo rispetto al 2018, ma sono in calo anche le analisi effettuate sui campioni prelevati. Il ministero ha trasmesso al Parlamento la relazione che raccoglie i risultati dell’attività svolta non solo dal ministero stesso ma anche da altri soggetti (dai Carabinieri dei Nas agli uffici di frontiera). Tutti i controlli sono eseguiti per vigilare sulla conformità dei prodotti alle disposizioni in materia di prevenzione dei rischi per la salute pubblica e quindi garantire la sicurezza alimentare e la tutela degli interessi dei consumatori.
I controlli vengono effettuati in ogni passaggio della catena di valore, dalla produzione alla distribuzione, dallo stoccaggio al commercio fino alla somministrazione. Nel 2019 le attività analitiche di controllo coordinate dal ministero della Salute su alimenti, bevande e i Moca, ovvero i materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti (imballaggi, utensili da cucina, ecc.) sono risultate in 45.500 campioni prelevati. Di questi, 681 sono stati prelevati su sospetto, il resto come attività programmata. Le analisi effettuate sui campioni sono state 126.590 (2,8 ricerche analitiche per campione). Di queste lo 0,73% è risultato irregolare: 929. Nel 2018 le analisi erano state circa tremila in più, 129.504, con una percentuale di non conformità maggiore, pari all’1,14%. Le irregolarità riguardano principalmente i prodotti di origine animale e sono soprattutto di tipo microbiologico. Le ricerche microbiologiche, in tutto 69.953, sono relative principalmente a microrganismi, parassiti, lieviti e muffe.
Delle 929 non conformità, 691 sono state rilevate nei prodotti di origine animale. Anche in questo caso la principale causa di non conformità fa riferimento alla presenza di microrganismi, analogamente ai prodotti di origine vegetale. Per i Moca sono stati 14 gli esiti non conformi, dovuti prevalentemente al rilascio di elementi chimici, come piombo e cromo, da utensili, contenitori e recipienti per uso domestico.
L’attività di vigilanza si è concretizzata anche nell’ispezione di 147.769 stabilimenti da parte dei servizi delle Asl. Di questi 35.471 hanno fatto emergere infrazioni durante le ispezioni (quasi uno su quattro). Complessivamente le ispezioni sono state 427.853. Le maggiori criticità sono state registrate nei Centri di standardizzazione del latte e dei prodotti a base di latte, nei macelli di carni di ungulati domestici e negli impianti collettivi di aste.
Comando Carabinieri per la Tutela della Salute
Nel 2019, con i Nas, sono stati eseguiti 31.938 controlli in relazione alla sicurezza alimentare, il 60% delle ispezioni totali. Le non conformità hanno riguardato il 37% dei controlli compiuti con riferimento soprattutto ai comparti della ristorazione (44%), delle farine, pane e pasta (40%) e degli alimenti vari (34%). Anche la Guardia di Finanza svolge attività di contrasto alle frodi nel settore alimentare. Nel 2019 sono stati sottoposti a sequestro circa 785 tonnellate di prodotti agroalimentari solidi e circa 463 mila litri di generi alimentari liquidi.
Controlli sui prodotti importati
La relazione inviata dal ministero della Salute contiene anche i risultati dell’attività di controllo eseguita dagli Uffici di Sanità marittima, aerea e di frontiera sulle importazioni di prodotti di origine non animale. I controlli sono stati effettuati su 103.662 partite, con 3.276 campionamenti: 242 i respingimenti. I controlli alle frontiere sugli alimenti di origine animale sono svolti invece dai Posti di ispezione frontaliera. Le partite presentate sono state 40.233, di cui 40.078 incluse nel piano, un numero in calo rispetto al 2018. Le partite soggette a controllo fisico sono state 19.694 (in calo rispetto al 2018: 20.391); campionate 1.571 partite (1.847 nel 2018). La diminuzione dei campionamenti rispetto allo scorso anno è dovuta al minor numero di analisi per E.coli sulle spedizioni di carne dal Brasile. Le 163 partite non ammesse (162 nel 2018) sono state esportate, distrutte o trasformate. I prodotti più respinti sono stati quelli di pesca e acquacoltura, molluschi e crostacei, le preparazioni di pesce, crostacei e molluschi e le carni bovine, ovvero i prodotti più importati. Per 19 non conformità è scattata l’attivazione del sistema Rasff, il sistema di allerta rapido europeo di notifica dei rischi relativi ad alimenti e mangimi.
Sempre in ambito di importazioni nel 2019 sono state segnalate agli Uffici veterinari per gli Adempimenti comunitari 2.421.423 partite di prodotti o animali provenienti da Paesi Ue. Sono stati eseguiti 3.554 controlli di laboratorio su 7.296 partite di merci sottoposte a controlli documentali e fisici, in leggero calo rispetto al 2018. Le partite respinte sono in totale lo 0,42% di quelle controllate.
L’Agenzia della dogane, inoltre, ha svolto attività di controllo e vigilanza su prodotti agro-alimentari-zootecnici. Nel settore dei mangimi sono state effettuate 6.207 importazioni (“residui e cascami delle industrie alimentari – alimenti preparati per gli animali”). I controlli su 1034 di queste hanno portato alla luce 12 difformità alla normativa doganale. Le importazioni di animali vivi sono state 1.855. Su 242 operazioni di importazioni controllate sono emerse 2 difformità. Per gli alimenti sono state effettuate 177.561 importazioni: su 20.157 controlli, 345 le difformità accertate.
Rasff
Nel 2019 sono state trasmesse attraverso il Rasff 4000 notifiche, in crescita rispetto alle 3622 nel 2018, +28%. 3506 hanno riguardato l’alimentazione umana, 322 l’alimentazione animale e 172 i Moca. Riguardo l’origine dei prodotti oggetto di notifica, in 146 casi si trattava di prodotti italiani (156 nel 2018) mentre la Cina è il Paese che ha ricevuto il maggior numero di notifiche per prodotti non conformi (376). La maggior parte delle notifiche ha riguardato frutta secca e semi, frutta e vegetali. Il maggior numero di notifiche è scattato per la presenza di microrganismi patogeni. Dall’Italia sono arrivate 373 notifiche.
Mipaaf-Ispettorato centrale Repressione frodi (Icqrf)
Il ministero delle Politiche agricole, tramite l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, ha eseguito nel 2019 49.017 controlli sugli alimenti (circa 25 mila operatori e oltre 46 mila prodotti). Le irregolarità sono state rilevate presso il 17,8% degli operatori e il 12,1% dei prodotti. Le analisi dei campioni hanno fornito l’8,2% di esiti irregolari. L’attività di controllo dell’Icqrf ha interessato anche il comparto della mangimistica lungo tutte le fasi della filiera. Per la ricerca di farine animali non consentite sono stati analizzati 109 campioni di mangimi senza che siano emerse irregolarità. L’obiettivo dei controlli programmati è stato pienamente raggiunto. L’attività di controllo ha portato comunque a 5 sequestri, 226 contestazioni amministrative, 32 diffide e 1 notizia di reato.
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