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CoVid-19, controlli dell’ispettorato su filiera agroalimentare: stabile il numero di irregolarità

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Da quando è cominciata la fase di emergenza per la diffusione del coronavirus, la filiera agroalimentare ha continuato a operare fornendo il suo indispensabile contributo al Paese. In questi mesi non è venuta meno nemmeno l’attività dell’Icqrf, l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, del ministero delle Politiche agricole. I controlli sono proseguiti e, da febbraio ad aprile, è stata rilevata una quota di irregolarità paragonabile a quella pre-crisi. È quanto emerge dall’ultimo report diffuso dal ministero. 

Su tutto il territorio nazionale, da febbraio ad aprile, gli ispettori hanno eseguito oltre 21 mila controlli per valutare la conformità alle norme di legge dei processi di produzione e della commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari. I controlli hanno riguardato anche il commercio online con la segnalazione di prodotti che reclamizzavano proprietà benefiche contro il coronavirus.

Tre milioni di euro di sequestri

Lungo tutta la filiera sono stati 21.172 i controlli antifrode, di cui 2.543 direttamente negli stabilimenti di produzione, con uno scrupolo maggiore per i prodotti di qualità del circuito Dop e Igp, il bio e i settori dell’olio e del vino. I campioni analizzati in laboratorio sono stati 2.705 per 69.779 determinazioni analitiche. I tassi di irregolarità, sia per le ispezioni che per le analisi, sono emersi in linea con quelli rilevati nei mesi precedenti. 

Più di una verifica su tre ha interessato il Nord, in particolare il 17% in Lombardia e Veneto, due delle regioni in cui si concentrano le principali produzioni di eccellenza del Paese. Due verifiche su tre hanno coinvolto i settori vino, olio, latte e derivati, ma anche quei prodotti che, in seguito all’emergenza CoVid-19, hanno visto aumentare gli acquisti: carne, uova, pasta, riso e prodotti preconfezionati.

Degli operatori controllati sono emerse irregolarità nel 12% dei casi, mentre la percentuale di prodotti irregolari è stata del 10% e quella dei campioni irregolari del 9%. L’attività degli ispettori ha poi portato a 57 sequestri per un valore di oltre tre milioni di euro e 49 notizie di reato. Il maggior numero di sanzioni è stato elevato ad attività del Centro Italia mentre più di una sanzione su due ha colpito il settore vitivinicolo, seguito da quello delle produzioni agroalimentari a denominazione registrata e quello dell’etichettatura dei prodotti alimentari.

Nel corso dell’emergenza la filiera agroalimentare ha garantito la produzione di prodotti dal valore strategico, sotto la vigilanza dell’Icqrf. Solo alcuni numeri: 1,86 milioni di cosce di prosciutto marchiate, 1,35 milioni di forme di formaggio marchiate e 6,27 milioni di Kg di formaggio grattugiato. Su queste produzioni nel 2020 l’istituto ha effettuato controlli, ma anche vigilanza sugli Organismi di certificazione, attivando 35 attività di vigilanza.

Verifiche su denunce di pratiche sleali

Per le limitazioni agli spostamenti dovute alle misure anti-contagio, in queste settimane l’e-commerce ha conosciuto un vero e proprio boom. Anche quest’ambito è all’attenzione dell’attività ispettiva dell’Icqrf. Tra febbraio e aprile sono stati eseguiti 445 interventi per la rimozione di inserzioni irregolari di prodotti agroalimentari sulle principali piattaforme di commercio online. L’istituto partecipa inoltre al Piano europeo di controllo sulle vendite e pubblicità online di prodotti alimentari. Nell’ambito di questa attività, per contrastare l’offerta online di prodotti con presunte qualità preventive o addirittura curative contro il coronavirus, senza nessun tipo di riconoscimento scientifico, sono stati effettuati 35 interventi. Gli uffici hanno segnalato alla Commissione europea 35 prodotti irregolari, dagli integratori ai funghi.

Dal 30 marzo scorso il ministero si è dotato di un ulteriore strumento a garanzia dei produttori nella filiera agroalimentare: un canale di segnalazione delle pratiche commerciali sleali. Ad aprile sono arrivate circa venti segnalazioni di cui la metà relative a latte bovino e di bufala. Le segnalazioni fanno riferimento a modifiche dei contratti da parte dei centri di raccolta del latte e di caseifici e l’Icqrf ha attivato i controlli sulla legittimità della documentazione fornita.

Foto: Pixabay