Nonostante la pandemia, il settore agroalimentare italiano ha dimostrato una straordinaria forza di reazione, assicurando cibo di qualità e continuando ad esportare in misura significativa. Non si è fermata neanche l’attività di ricerca. Il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) ha garantito la propria attività attraverso 12 centri, 80 sedi e oltre 2.200 professionisti.
I risultati dell’attività di ricerca sono stati raccolti nel CREA Report 2020. Alcuni numeri: 799 ricerche attive, 634 pubblicazioni e 200 tra dottorati e assegni di ricerca e borse di studio. Diversi gli ambiti dell’agroalimentare oggetto di studi: dalla genomica alla tecnologia meccanica ed elettronica, dal miglioramento varietale tradizionale alla maggiore sostenibilità agricola, dalla riduzione di fitofarmaci all’aumento della resistenza a stress idrici, avversità e ai parassiti. E ancora benessere animale, valorizzazione delle produzioni e delle risorse naturali, acqua e suolo in primis, ma anche le foreste.
Un lavoro condotto su circa 5000 ettari di terreni sperimentali che ha dato vita a 44 brevetti, 195 privative vegetali e oltre 500 varietà iscritte nei registri nazionali. Incrementato anche il patrimonio di Collezioni vegetali e animali del CREA: 119 le collezioni di germoplasma esistenti, in particolare di importanza mondiale quelle della vite, dell’olivo e della gran parte dei cereali.
Le ricerche nella zootecnia
Le ricerche CREA in campo zootecnico coprono tre grandi settori: la sostenibilità economica ed ambientale; la sostenibilità etica e sanitaria; la qualità dei prodotti. Sostenibilità economica ed ambientale sono strettamente legate perché la sfida della zootecnia è quella di minimizzare le esternalità. In questo senso l’ottimizzazione delle diete per ridurre gli sprechi, le perdite di azoto e le emissioni di gas climalteranti, l’uso di sottoprodotti, analisi di Life Cycle Assessment di sistemi biologici complessi, la gestione delle deiezioni con particolare riferimento all’immagazzinamento del carbonio e la produzione di biogas anche attraverso studi di microbiologia anaerobica, analisi della biodiversità intra- e inter-razziale degli animali di interesse zootecnico.
Di particolare rilievo l’attività di CREA-ZA nei campi della Zootecnia di Precisione e nel miglioramento genetico per la resistenza alla siccità delle leguminose destinate all’alimentazione animale. Inoltre, approcci di genetica e genomica vengono utilizzati nelle aziende sperimentali per prove di aumento della gemellarità nei bovini e di sfruttamento dell’eterosi (incrocio) per l’aumento della longevità funzionale delle vacche. Entrambe le ricerche affrontano il tema, di grande interesse nazionale, dell’aumento della produzione di vitelli da ristallo.
La sostenibilità etica e sanitaria viene affrontata attraverso lo studio dei sistemi di zootecnia biologica e del benessere animale nelle diverse condizioni di allevamento convenzionale. Inoltre, vengono studiati fito estratti da poter usare in sostituzione agli antimicrobici di sintesi. Particolarmente importanti sono gli studi sull’immunità innata al fine di individuare nuovi marcatori citofluorimetrici, e le loro basi genetiche, da poter utilizzare per rilevare precocemente infiammazioni o come criteri di selezione per la produzione di animali più resilienti.
Inoltre, indagini genetiche e genomiche vengono utilizzate su dati di campo per migliorare la resistenza alle mastiti delle bovine. L’Italia ha una lunga tradizione nella produzione di prodotti di origine animale di alta qualità.
La ricerca nel lattiero caseario
Molta parte della ricerca di CREA-ZA è dedicata alla trasformazione del latte (bovino, ovino e bufalino) e della carne. Gli ambiti studiati riguardano la concimazione dei foraggi, lo stress da caldo, lo stato di benessere delle bovine, dei trattamenti termici del latte, di nuovi tipi di cagli vegetali per la produzione di formaggio. Analizzati anche i controlli di processo durante la caseificazione e lo studio delle popolazioni microbiche casearie. Inoltre, si studiano la presenza e distribuzione di alcuni componenti indesiderati della carne rossa. Viene anche studiato il miglioramento genetico della qualità nutrizionale del latte per i suoi contenuti in molecole ad azione prebiotica e protettiva.
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