A settembre i prezzi delle principali materie prime alimentari sono saliti. L’Indice dei prezzi alimentari elaborato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) è, infatti, cresciuto del 2,9% rispetto al mese di agosto e di ben il 10% rispetto allo scorso anno, fino a raggiungere una media di 170,9 punti.
Secondo la Fao, l’incremento è stato guidato dall’aumento del 13,8% registrato nell’ultimo mese dall’Indice Fao dei prezzi dei prodotti caseari. La crescita è stata determinata dal deciso rialzo dei prezzi del burro a vantaggio degli esportatori in Europa, dove la produzione lattiero-casearia è in declino.
È salito anche l’Indice Fao dei prezzi dello zucchero, cresciuto del 6,7% rispetto ad agosto a causa del clima sfavorevole nella principale regione di produzione del Centro Sud del Brasile.
Si è registrato anche un incremento dell’Indice Fao degli oli vegetali, aumentato del 2,9% rispetto al mese scorso, grazie alla crescita delle quotazioni dell’olio di palma, favorite dal basso livello delle scorte sia nei paesi esportatori, sia in quelli importatori. Cresciuti anche i listini dell’olio di soia e di quello di colza.
L’Indice Fao dei prezzi della carne è rimasto invariato rispetto al mese di agosto, mentre l’Indice Fao dei prezzi cerealicoli è sceso dell’1,9% rispetto al mese precedente e dell’8,9% rispetto al livello dell’anno scorso.
La Fao osserva che l’attuale livello dell’Indice dei prezzi alimentari è il più alto registrato a partire dal mese di marzo 2015. Il sotto indice relativo ai cereali, invece, è al livello più basso dell’ultimo decennio.
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red.