Sviluppata una nuova tecnica in grado di trasformare i rifiuti alimentari in energia rinnovabile e fertilizzanti. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Process Safety and Environmental Protection dagli scienziati della Concordia University di Montréal (Canada), secondo cui la scoperta potrebbe anche ridurre le emissioni inquinanti.
Nel corso della ricerca, gli esperti hanno osservato che è possibile utilizzare i batteri in un ambiente a bassa temperatura (20° C) per trasformare i rifiuti solidi alimentari in energia rinnovabile e fertilizzante organico. Nello specifico, hanno utilizzato i microrganismi psicrofili – che prosperano in temperature relativamente basse – per scomporre i rifiuti alimentari all’interno di un bioreattore progettato per svolgere questa operazione. In questo modo, sono riusciti a ottenere un gas metano con una resa comparabile a quella derivante dai processi di digestione anaerobica ad alta intensità energetica.
“C’è un enorme potenziale per ridurre la quantità di combustibile che usiamo per il trattamento dei rifiuti solidi – spiega Rajinikanth Rajagopal, che ha diretto la ricerca -. Gestire e trattare i rifiuti alimentari rappresenta una sfida globale soprattutto per i paesi freddi come il Canada, dove la temperatura spesso scende al di sotto di 20 gradi sottozero e le richieste di energia per il riscaldamento sono elevate. Abbiamo imparato che ora è possibile usare i batteri psicrofili per produrre un livello di metano comparabile a quello di forme più comuni, usando meno energia”.
Gli scienziati precisano che gli sprechi alimentari finiti in discarica con il tempo si degradano producendo biogas, un gas serra in gran parte composto da anidride carbonica, metano e solfuro di idrogeno. Questa sostanza rappresenta una minaccia climatica significativa, poiché il metano costituisce una fonte di riscaldamento globale 21 volte superiore rispetto all’anidride carbonica. Pertanto, la tecnica messa a punto dai ricercatori canadesi potrebbe anche proteggere l’ambiente, facendo in modo che i rifiuti alimentari, anziché inquinare, si trasformino in energia e fertilizzanti.
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