di Sabrina Locatelli, Responsabile di sede del CREA-Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, Bergamo
Il 9 giugno 2022 il Mipaaf ha convocato il rinnovato Tavolo Tecnico del settore Mais (TTM) per discutere argomenti di stretta attualità che comportano forti preoccupazioni tra gli operatori della filiera, perché potrebbero compromettere la sopravvivenza delle imprese ed incidere negativamente sulle capacità produttive di lungo periodo del settore, andando così ad impattare negativamente sulle filiere collegate, così importanti per l’economia del Paese. Dopo un confronto costruttivo tra i diversi partecipanti si è evidenziata la necessità di portare all’attenzione delle istituzioni e degli agenti politici nazionali e regionali l’effetto penalizzante che le scelte nazionali attuate sulla futura PAC 2023-2027 avrebbero avuto per il settore. La premessa dalla quale si è partiti è la sostanziale situazione di fragilità della produzione di mais in Italia, con il potenziale produttivo nazionale che continua a diminuire.
L’Italia non può permettersi di ridimensionare ulteriormente la produzione maidicola perché altrimenti ne risentirebbero in maniera negativa i settori utilizzatori, i quali sarebbero costretti ad aumentare le importazioni e subire in tal modo le perturbazioni attuali e future che si originano nel mercato globale. Il mais rappresenta la materia prima fondamentale soprattutto per il sostentamento del comparto zootecnico per il quale rappresenta la principale fonte di alimentazione. Mais che diventa indispensabile per tutti i circuiti DOP da carne e da latte che, in mancanza di una congrua produzione di tale cereale raccolta nei rispettivi areali, corrono il pericolo di non avere materie prime sufficienti per l’alimentazione degli animali nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento n. 668/2014. La Promozione di Efficienti Politiche Agricole rappresenta uno dei pilastri fondanti della strategia di rilancio del settore già individuato nel Piano Maidicolo redatto nel 2019 e approvato in Conferenza Stato Regioni a febbraio 2020.
All’indomani della presentazione del Piano Strategico Nazionale, il settore cerealicolo si è subito mobilitato a supporto dei seminativi e in particolare del mais, tra le colture più penalizzate dalla nuova Pac. Il Piano prevede cinque eco-schemi, e sul numero 4 è partita la mobilitazione individuando soluzioni che portassero a un più razionale utilizzo dei mezzi tecnici per la difesa delle colture, senza compromettere la capacità produttiva delle imprese.
Il TTM si è mosso partecipando al Tavolo di partenariato di discussione del Piano Strategico Nazionale formulando alcune mirate proposte nell’ambito del processo di revisione del Piano Strategico Nazionale della Pac. Tre le proposte avanzate: l’introduzione di un sostegno accoppiato al mais, la possibilità di maggior flessibilità per quanto riguarda l’obbligo della rotazione sui terreni a seminativi e la modifica dell’eco-schema 4. La nuova Pac include infatti, tra i vari pagamenti diretti, anche gli schemi volontari per il clima e l’ambiente, che generano un pagamento annuale per ettaro aggiuntivo a quello di base, destinato a quanti si impegnano ad osservare pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente. Questi tre punti così brevemente riassunti sono stati motivati in un documento condiviso da tutti i partecipanti al Tavolo Tecnico Mais che è stato inviato al Mipaaf.
La formulazione del Piano strategico nazionale, che dovrà essere approvato da Bruxelles tra ottobre e novembre, in vista del debutto della nuova Pac il 1° gennaio 2023, è alle fasi finali. Il Ministero ha reso nota la sua “contro proposta” il 20 settembre, dopo le osservazioni ricevute dalla Commissione Ue a fine marzo sul documento originario del dicembre 2021; il testo è stato nuovamente discusso dal tavolo di partenariato il 28 settembre, affinché possa essere inviato in Europa il 30 e attendere poi il “verdetto” comunitario.
La nuova bozza del piano può considerarsi sostanzialmente definitiva, e contiene una novità di grande rilievo per il settore maidicolo. L’accesso ai pagamenti diretti regolato dall’eco-schema 4, che riguarda i sistemi foraggeri estensivi con avvicendamento, non comporta più nel caso delle colture da rinnovo il divieto di utilizzo di diserbanti chimici e di altri prodotti fitosanitari; si potranno applicare pratiche di difesa integrata.
La nuova versione rivisitata dell’eco-schema 4 ha accolto buona parte delle osservazioni presentate aprendo anche al mais. Se ne consente così la diffusione e quindi il raggiungimento degli ambiziosi target agro-ambientali della Pac: un passo in avanti per la coltura. Ogni agricoltore dovrà poi attentamente valutare la convenienza del pagamento a fronte degli impegni previsti: è stabilito un pagamento annuale a compensazione dei costi supplementari e del mancato guadagno dovuto agli impegni assunti, che nella nuova formulazione può essere ad oggi realisticamente stimato tra i 40 e i 100 euro/ha.
L’apertura al mais nell’eco-schema ha un altro notevole risvolto positivo: il riconoscimento dell’importante ruolo ambientale del mais, in particolare per quanto riguarda l’elevata capacità di sequestro di gas a effetto serra e di anidride carbonica. La coltura viene sdoganata come “ecologica” e da rinnovo. È la prima pietra istituzionale che rende possibile individuare nel mais il carbon sink, letteralmente “pozzo di assorbimento di carbonio”, quale strumento che sottrae CO2 dall’atmosfera.
Questo uno dei risultati più recenti del TTM, segno di una grande convergenza tra i rappresentanti delle 35 sigle del mondo agricolo e agro-industriale che hanno partecipato ai dibattiti preparatori e alla successiva stesura del testo senza dimenticare il contributo nel sostenere e promuovere i contratti di filiera. Il Tavolo Tecnico Mais rappresenta un’importante occasione di confronto e di rilancio: ha avuto il ruolo di aggregare, rafforzare una filiera; ora è necessario non far calare l’attenzione! Bisogna mantenere consapevolezza della coltura e della sua importanza. Di fronte all’emergenza causata dalla guerra il TTM cercherà di promuovere l’introduzione di un aiuto accoppiato, seppur provvisorio. Si ritiene che l’introduzione temporanea di una nuova misura di sostegno accoppiato per il mais, la coltura che più ha sofferto di una contrazione di superficie e produzioni, rappresenti una assoluta necessità, tenuto conto che i costi di produzione sono fortemente aumentati e a fronte di quotazioni di mercato che oggi sono elevate ma sono fortemente volatili. Questo strumento è il più efficace per conferire slancio e vitalità alle relative filiere produttive (cerealicole e zootecniche) e più in generale per far fronte alla crescente emergenza di approvvigionamento derivante dal conflitto Russo-Ucraino.
Deve essere rilanciato un nuovo Piano Maidicolo alla luce delle nuove condizioni: la guerra, la crisi energetica, i repentini cambiamenti climatici. Bisogna tornare intorno al Tavolo per individuare strategie di rilancio attuabili e pragmatiche tramite il potenziamento di ricerca, innovazione e assistenza tecnica. L’aumento della competitività del settore non può prescindere dalla ricerca finalizzata a:
- individuare specifici ambiti di recupero dell’efficienza aziendale (costi, percorsi produttivi, introduzione di innovazioni);
- recuperare livelli produttivi più elevati per mezzo del controllo degli stress, del rinnovo varietale e supportando una piattaforma innovativa per la Difesa Integrata;
- migliorare gli aspetti igienico-sanitari con un’avanzata gestione delle micotossine;
- promuovere la ricerca per rafforzare una più attenta, veloce e aperta attuazione delle innovazioni.