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Economia, il ruolo primario del settore agroalimentare

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La crisi innescata dalla diffusione del coronavirus ha avuto, e continua ad avere alla luce dell’evoluzione della pandemia, ripercussioni significative sullo scenario economico non solo nazionale ma in tutto il mondo. Inevitabilmente anche il settore agroalimentare è stato investito, tanto sul fronte della produzione quanto su quello del commercio, pur mostrando una certa capacità di tenuta. Tra gli effetti patiti ci sono l’interferenza delle misure per la gestione della crisi sanitaria sulle attività produttive, la contrazione dei redditi, il calo dei consumi, la ridotta liquidità e le difficoltà di accesso al credito per le aziende, il rallentamento degli scambi commerciali soprattutto con l’estero. Ma lo shock della pandemia non è l’unico fattore di incertezza sullo scenario economico internazionale, come dimostra il costante aumento dei prezzi delle materie prime agricole.

Geopolitica delle materie prime

A ottobre l’Indice dei prezzi dei prodotti alimentari della Fao ha segnato il quinto aumento mensile consecutivo. I cereali, tra i generi alimentari monitorati dall’agenzia dell’Onu, hanno fatto registrare un’impennata delle quotazioni: +7,2% su base congiunturale e +16,5% su base tendenziale. Oltre ai cereali, preoccupazioni derivano anche dal forte rialzo dei listini della soia, che hanno segnato un aumento di circa il 30% nell’arco di poche settimane. Già tra marzo e aprile si erano osservate delle oscillazioni dei prezzi che poi, tra settembre e ottobre, hanno ripreso a crescere. In uno scenario già complicato dall’impatto della pandemia stanno ora pesando anche altre variabili, come le fibrillazioni sull’asse Stati Uniti/Cina, con un probabile rilancio delle relazioni commerciali, con Pechino che ha acquistato nei mesi scorsi ingenti quantitativi di soia per la ricostituzione della sua suinicoltura pesantemente compromessa dalla Peste suina. Tensioni arrivano poi anche dall’incertezza sui raccolti delle commodities per le condizioni meteo avverse in America Latina.

Il ruolo della mangimistica

L’aumento delle quotazioni delle commodities agricole è un elemento di allerta per l’industria mangimistica e per l’intera catena del valore per le difficoltà che crea all’attività produttiva e per il rischio di deprimere ulteriormente i consumi. La mangimistica è un anello fondamentale della filiera, punto di saldatura tra materie prime e produzione alimentare e zootecnica. Nel caso italiano, tuttavia, l’aumento dei prezzi delle materie prime agricole non si è ripercosso ancora sulla catena del valore dell’intera filiera proprio grazie al ruolo dell’industria mangimistica che, finora, ha assorbito buona parte di questi rincari senza scaricarli a valle e quindi sui prodotti finali. Ad esempio l’Indice dei prezzi degli input produttivi di Ismea relativo ai bovini da latte ha addirittura indicato di recente un calo del 4% dei mangimi nel periodo gennaio-settembre rispetto allo scorso anno. È necessario, però, fare in modo che nel breve-medio termine il nostro settore non debba far fronte nuovamente a una pressione rialzista dei prezzi di cereali e materie prime proteiche.

Covid-19 e lockdown

Come accennato, l’evoluzione della diffusione dei contagi potrebbe comportare nuove conseguenze sul sistema economico. C’è il rischio di un’altra stretta per far fronte alla seconda ondata di coronavirus che ha investito l’Italia e l’Europa. Si potrebbe riproporre lo scenario della scorsa primavera, con un nuovo blocco totale del canale Horeca, i cui consumi sono a un minimo storico, che ha già duramente colpito la filiera agroalimentare costretta a fronteggiare una crisi senza precedenti. Senza dimenticare che tale situazione si sta riproponendo in un periodo dell’anno strategico per le produzioni agroalimentari che, con l’arrivo delle festività natalizie, segna di regola un forte incremento di produzione e consumi. Un impatto che aggiungerebbe un altro duro colpo, difficile da sopportare per la filiera alimentare nonostante gli sforzi delle aziende e le misure del Governo a sostegno delle attività produttive.

Sistema Italia

Da questa situazione di tensioni, fragilità dei consumi e incertezza sul piano interno e internazionale emerge ancora più forte la necessità di uno sforzo unitario di tutti gli operatori della filiera agro-alimentare-zootecnica per sostenere il sistema produttivo nazionale promuovendo in primo luogo il consumo del Made in Italy, soprattutto adesso che la ristorazione – uno dei canali di sbocco principali della produzione agro-alimentare-zootecnica – è costretta a ridimensionare o sospendere le proprie attività. È necessario l’impegno di tutti i soggetti della filiera, dalla produzione primaria all’industria di prima e seconda trasformazione fino al ruolo fondamentale della GDO e di tutto il commercio, per supportare le produzioni dell’agroalimentare nazionale, promuovendone il consumo, per consentire al sistema produttivo italiano di garantire anche in futuro le straordinarie eccellenze e l’unicità del Made in Italy alimentare.

Foto: Pixabay

Marcello Veronesi