La European Former Foodstuff Processor’s Association (EFFPA) ha festeggiato il suo decimo anniversario con un evento celebrativo a Bruxelles. Come ricorda la stessa EFFPA nella sua nota stampa, il processo di trasformazione degli ex prodotti alimentari per fini zootecnici è oggi riconosciuto come un’attività che contribuisce alla riduzione degli sprechi alimentari e sostiene gli obiettivi di sostenibilità nella produzione di mangimi. Questo include l’aumento della circolarità, la riduzione dell’impronta ambientale e l’evitare la competizione cibo-foraggio.
“In questi ultimi 10 anni il settore europeo della trasformazione degli ex prodotti alimentari è stato in grado di posizionarsi chiaramente come fornitore di soluzioni in un sistema alimentare sostenibile, riducendo gli sprechi alimentari e potenziando la produzione sostenibile di bestiame. In futuro il nostro settore continuerà a guidare l’innovazione e ad espandere le attività, nel rispetto dei parametri stabiliti per la sicurezza alimentare e zootecnica” ha commentato l’evento il presidente di EFFPA, Alexander Romme.
L’incontro, moderato dal Direttore Esecutivo di EFFPA, Anton van den Brink, ha riunito circa 80 partecipanti provenienti dalla Commissione Europea, dalle rappresentanze nazionali degli Stati membri, dal mondo accademico e dagli attori della catena alimentare e dell’alimentazione animale.
Il caso degli ex prodotti alimentari
Nella sua presentazione chiave, “Feed Circolare: il caso degli ex prodotti alimentari”, Luciano Pinotti dell’Università di Milano ha sottolineato che gli ex prodotti alimentari sono particolarmente adatti nei mangimi per animali giovani come i suinetti, dove possono essere incorporati fino al 30% senza effetti negativi sul peso corporeo, sul guadagno giornaliero, sui rapporti di conversione alimentare o sulla qualità della carcassa rispetto ai mangimi a base di cereali. Il livello elevato di grasso e l’indice glicemico più alto favoriscono anche l’assunzione del mangime. Gli ex prodotti alimentari sono adatti anche nei mangimi per suini in finitura, avicoli e mucche da latte, con un impatto positivo sulla produzione di latte. Ha evidenziato anche ricerche in corso sul comportamento degli animali in relazione ai livelli relativamente più alti di caffeina e teobromina in alcuni ex prodotti alimentari rispetto ad altri materiali per mangimi, nonché ricerche sugli effetti possibili degli ex prodotti alimentari sulla riduzione delle emissioni di metano enterico da parte del bestiame.
Promuovere la produzione alimentare sostenibile
Nella prima sessione, con relatori dalla Commissione Europea, dall’Università di Wageningen (Paesi Bassi) e dall’Associazione Internazionale dei Panificatori Vegetali (AIBI), si è discusso del ruolo dei trasformatori di ex prodotti alimentari nella promozione della produzione alimentare sostenibile e nella prevenzione degli sprechi alimentari. Punti chiave sono stati la collaborazione tra la Commissione Europea e la piattaforma dell’Unione Europea per la Riduzione degli Sprechi Alimentari. Questi sforzi mirano all’allineamento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e coinvolgono la segnalazione standardizzata dei dati e linee guida per le donazioni. La Commissione Europea ha presentato la proposta legislativa sulla fissazione degli obiettivi di riduzione degli sprechi alimentari, stimolando l’azione degli Stati membri. La sessione ha ribadito il riconoscimento che gli ex prodotti alimentari utilizzati come mangimi sono un mezzo per ridurre gli sprechi alimentari, e che una sfida sempre più urgente è gestire l’uso crescente del settore del biogas per le perdite alimentari che potrebbero avere uno scopo nei mangimi.
Utilizzo dei mangimi a base di ex-prodotti alimentari
Nella seconda sessione, con relatori dal Ministero dell’Agricoltura spagnolo, FEFAC (la Federazione europea tra i Produttori di Mangimi Composti) e il Gruppo VION, la discussione si è concentrata sull’uso dei mangimi a base di ex prodotti alimentari. Gli ex prodotti alimentari possono contribuire a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità del settore alimentare e zootecnico, ad esempio riducendo l’impronta di carbonio. FEFAC ha evidenziato l’ambizione di promuovere una ‘cultura del mangime circolare’, consentendo un’analisi migliorata dei volumi potenziali, la riflessione su metriche e indicatori e la considerazione degli aspetti legali che meritano discussione.