Il 23 luglio 2018 è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea l’aggiornamento dei livelli massimi di rame consentiti all’interno degli alimenti per animali. In linea con le raccomandazioni espresse dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) per la protezione del suolo, i livelli massimi di rame dietetico sono stati ridotti a 25 mg/kg per tutte le età dei suini, ma la dose può raggiungere i livelli massimi di 150 mg/kg nelle quattro settimane successive allo svezzamento e quelli di 100 mg/kg nelle otto settimane che seguono lo svezzamento. L’obiettivo della norma è quello di permettere ai produttori di mangimi d’inserire negli alimenti livelli adeguati di rame per i suinetti, in modo da garantirne un’appropriata nutrizione e mantenerli in salute durante il periodo più delicato della loro vita, riducendo al minimo l’impatto sull’ambiente.
“Fefac ha svolto un ruolo chiave nel convincere i responsabili politici che la decisione dei tassi d’inclusione del rame nei mangimi giustifica un approccio su misura, per poter garantire una gestione ottimale della salute degli animali – afferma Predrag Persak, Presidente del Comitato per la nutrizione animale di Fefac (European Feed Manufacturers’ Federation) -. Il rame dietetico è un oligoelemento essenziale per la produzione di mangimi composti e i livelli adeguati di questa sostanza negli alimenti per suinetti garantiscono buone prestazioni e possono ridurre l’insorgenza della diarrea post-svezzamento, che dovrebbe essere trattata con gli antibiotici”.
I membri della Commissione Paff (Standing committee on plants, animals, food and feed) hanno approvato la proposta della Commissione Europea all’unanimità, mostrando di riconoscere ampiamente la validità delle argomentazione di Fefac, secondo cui l’impiego del rame dietetico può svolgere un ruolo cruciale nel mantenimento della salute dei suinetti nell’ambito delle iniziative dirette a combattere la diffusione dell’antibiotico-resistenza.
“Fin dalle prime fasi dell’azione legislativa abbiamo identificato un evidente rischio per la gestione della salute del settore suinicolo se i livelli di rame per i suinetti fossero stati ridotti a 25 mg/kg – spiega Erik Dam Jensen, membro del Comitato per la nutrizione animale di Fefac -. Con l’aiuto dello studio condotto da Bikker et al. (2015) e sulla base della valutazione degli effetti di questa ipotesi, Fefac ha dimostrato alle autorità che abbassare i livelli di rame nei mangimi per suinetti troppo presto e in quantità eccessive avrebbe avuto ripercussioni molto negative sulla gestione sanitaria e sulle prestazioni dei maiali, mentre mantenerli più alti determina solo effetti marginali sull’ambiente a causa della piccola quantità di mangimi consumate dai suinetti”.
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