Cooperare per affrontare la resistenza agli antimicrobici. Lo afferma L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che approva la decisione dei leader mondiali di adottare un piano d’azione comune contro questo fenomeno. I capi di Stato di tutto il mondo si sono, infatti, riuniti il 21 settembre a New York, in occasione della 71° edizione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, per concordare approcci onnicomprensivi e plurisettoriali volti a fermare la diffusione dell’antimicrobico-resistenza. Si tratta del fenomeno che si verifica quando batteri, virus, parassiti e funghi sviluppano una resistenza contro i farmaci che in precedenza erano stati in grado di eliminarli.
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare contribuisce alla lotta attraverso la sua attività di consulenza scientifica, che mette a disposizione dei gestori del rischio. Fornisce, in particolare, informazioni sui pericoli per la salute umana e animale connessi alla diffusione e al trasferimento dell’antimicrobico-resistenza alla catena alimentare e al bestiame. L’Efsa collabora, in quest’ambito, con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e con l’Agenzia europea per i medicinali (Ema). Attualmente i suoi esperti stanno lavorando alla redazione di un parere scientifico sulle modalità per ridurre la necessità e l’impiego degli antimicrobici nell’allevamento degli animali. Inoltre, stanno valutando il rischio rappresentato dal fatto che i vitelli vengono nutriti con latte contenente residui di antibiotici.
L’antibiotico-resistenza rappresenta un’emergenza mondiale, secondo Simon More, esperto di salute e benessere animale dell’Efsa. Questo fenomeno, spiega, ha effetti dannosi sulla salute umana, sul benessere degli animali e sull’ambiente. Per fermare la diffusione della resistenza agli antimicrobici, l’esperto sottolinea la necessità di curare l’igiene degli allevamenti e di mantenere gli animali in buona salute. Osserva, inoltre, che sarebbe opportuno sostenere il miglioramento dell’alimentazione animale, delle vaccinazioni e della selezione genetica. Inoltre, evidenzia l’esigenza di affiancare agli allevatori personale professionista che li aiuti a prendere le giuste decisioni. Infine, esprime la necessità di adottare un approccio multidimensionale integrale, che permetta di adottare strategie diverse, capaci di affrontare in modo efficace i diversi ambiti d’intervento.
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