“Non emergono specifiche prove scientifiche, in termini di rischio per la salute umana o animale e per l’ambiente che giustifichino la notifica di una misura di emergenza in base all’articolo 34 del regolamento (ce) 1829/2003 e che invalidino le sue precedenti valutazioni del rischio del mais Mon 810”. È quanto esprime in un parere scientifico il panel sugli organismi geneticamente modificati dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, pubblicato sull’Efsa Journal. Il parere è stato elaborato in seguito alla richiesta della Commissione europea di esaminare la documentazione sottoposta dall’Italia diretta a proibire l’immissione sul mercato del mais geneticamente modificato Mon 810.
“Tutte le preoccupazioni legate alla salute umana e animale o all’ambiente sollevate dall’Italia – si legge nel parere – sono già state affrontate in precedenti pareri scientifici sul mais mon810 del panel sugli ogm dell’Efsa, mentre altre riguardano la coesistenza e perciò non ricadono nel mandato dell’agenzia”. Il parere dell’Efsa conferma una posizione già espressa da Assalzoo – in un comunicato nel 20 giugno 2013 – che, in riferimento all’applicazione della clausola di salvaguardia invocata dal Parlamento italiano, ricordava come questa fosse una richiesta che “non risulta essere stata motivata, come prevede la legge europea e nazionale, da nuove o ulteriori informazioni che riguardano la valutazione dei rischi ambientali o da una nuova valutazione delle informazioni esistenti basata su nuove o supplementari conoscenze scientifiche sugli Ogm”. Decisione a cui ha fatto seguito un decreto interministeriale che vieta la coltivazione specifica del Mais Mon 810. Si tratta di una posizione, ricordava Assalzoo, che proprio in virtù delle regole giuridiche di appartenenza all’Unione Europea espone l’Italia a procedure di infrazione.
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