di Clara Fossato, portavoce di Cibo per la Mente*
L’agricoltura italiana si trova a un bivio decisivo. Oltre 20 emergenze fitosanitarie stanno mettendo a dura prova il settore, già penalizzato da un quadro normativo stringente e dagli impatti sempre più evidenti del cambiamento climatico. In questo contesto abbracciare l’innovazione diventa indispensabile per sviluppare colture resistenti a patogeni e stress ambientali. Il contributo della ricerca per la salute delle piante è emerso con chiarezza anche durante l’incontro “Emergenze fitosanitarie e innovazione: risposte biotecnologiche nel contesto normativo e climatico”, che si è svolto lo scorso novembre a Rimini in occasione di Ecomondo, evento di riferimento in Europa e nel bacino del Mediterraneo per la transizione ecologica e i nuovi modelli di economia circolare e rigenerativa.
La FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, stima che fino al 40 per cento delle coltivazioni mondiali è distrutto ogni anno da malattie e parassiti. Questa minaccia, sommata alla necessità di garantire cibo per una popolazione in aumento, rende essenziale la mobilitazione di tutti gli strumenti a disposizione degli agricoltori per proteggere le colture. Tra questi, grazie agli sviluppi della ricerca, il settore può contare sulle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), che permettono di ottenere piante più resistenti attraverso il miglioramento genetico, ma anche sui bioagrofarmaci e l’agricoltura di precisione, che ottimizzando le risorse riduce i costi operativi. A queste innovazioni si aggiunge il contributo del digitale, che consente di prendere decisioni più informate grazie all’analisi in tempo reale dei dati raccolti sul campo.
È proprio integrando le nuove tecnologie con le tecniche di difesa convenzionali che il settore agricolo può superare le sfide attuali. Il direttore dei Consorzi Fitosanitari di Modena e Reggio Emilia, Luca Casoli, ha portato un esempio concreto di sinergia tra tradizione e innovazione direttamente dall’Emilia-Romagna. Per garantire la salute delle piante, nella regione si combinano sistemi avanzati di monitoraggio fitosanitario e previsione con metodi naturali, come l’impiego di antagonisti biologici contro i parassiti. Questo approccio integrato dimostra come l’innovazione possa diventare il motore di un’agricoltura competitiva e sostenibile, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.
Per realizzare pienamente il potenziale delle nuove tecnologie, la ricerca deve però disporre di risorse adeguate. Il professor Bruno Mezzetti dell’Università Politecnica delle Marche ha evidenziato come i programmi di miglioramento genetico basati sulle TEA possono fornire soluzioni concrete per ridurre l’impatto delle emergenze climatiche e sanitarie, ma per farlo è fondamentale superare le barriere economiche e culturali che ne ostacolano l’adozione. I primi passi da compiere in questa direzione riguardano lo sviluppo di collaborazioni tra pubblico e privato e una comunicazione chiara e trasparente verso i cittadini, per sottolineare i vantaggi concreti delle biotecnologie. Solo un dialogo costante tra scienza, agricoltura e politica potrà offrire soluzioni efficaci e sostenibili alle sfide del settore agroalimentare contemporaneo.
Gli ultimi sviluppi normativi evidenziano una consapevolezza crescente, all’interno delle istituzioni, dell’importanza fondamentale dell’innovazione. Dopo il primo via libera contenuto nel decreto Siccità dello scorso anno, di recente il Parlamento ha prorogato l’autorizzazione alla sperimentazione in campo delle TEA per tutto il 2025. Un altro segnale incoraggiante è arrivato dall’ultima legge di bilancio, che ha stanziato 9 milioni di euro per la ricerca pubblica sulle biotecnologie. Tuttavia, la piena adozione di questi strumenti è ostacolata da un quadro normativo europeo ancora incerto, che andrebbe rivisto quanto prima per garantire agli agricoltori un accesso rapido e sicuro alle innovazioni biotecnologiche.
Senza un accesso diffuso a queste soluzioni diventerà sempre più complesso affrontare le sfide poste dalle emergenze fitosanitarie, dai cambiamenti climatici e dalla crescita demografica. Gli strumenti esistono, ma il loro successo dipende dall’impegno collettivo di scienziati, agricoltori e decisori politici, attori che Cibo per la Mente ha voluto coinvolgere fin dalla sua nascita. Gli sviluppi recenti segnano una direzione promettente, ma per avanzare con decisione serve una visione chiara e condivisa. L’innovazione, in questo contesto, non è più solo un’opzione, ma una necessità strategica per garantire all’agricoltura un futuro sostenibile e competitivo.
*iniziativa nata per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di investire in tecnologia e ricerca nel campo dell’agricoltura e dell’industria alimentare, per garantire attraverso la promozione dell’innovazione e della sostenibilità l’approvvigionamento alimentare, la creazione di posti di lavoro, la salvaguardia dell’ambiente e la sicurezza alimentare.