La Commissione europea ha chiesto all’Efsa, l’Autorità europea per la Sicurezza alimentare, di fornire una consulenza sull’etichettatura fronte-pacco. L’esecutivo dell’Ue dovrà infatti presentare un sistema di etichettatura da apporre sulle confezioni degli alimenti, armonizzato e obbligatorio, per scoraggiare l’apporto eccessivo di alcuni nutrienti e promuovere l’adesione a una dieta più sana, equilibrata e sostenibile. Secondo le disposizioni della strategia Farm to Fork la Commissione Ue dovrà farlo entro la fine del 2022.
Entro il mese di marzo di quello stesso anno, invece, l’Efsa invierà il suo parere scientifico funzionale alla decisione della Commissione Ue. Le informazioni fornite saranno utilizzate, inoltre, come base scientifica per introdurre condizioni particolari per l’impiego di indicazioni nutrizionali e sulla salute. Indicazioni da apporre sui prodotti alimentari.
La consulenza di Efsa riguarderà diversi aspetti. In primo luogo le sostanze nutritive e le altre componenti (energia e fibra alimentare) importanti per la salute pubblica delle popolazioni europee, correlate al rischio di sviluppare sovrappeso, obesità o patologie come le malattie cardiovascolari. L’Efsa si pronuncerà poi su quegli alimenti che rivestono un ruolo importante nelle diete delle popolazioni europee e dei relativi sottogruppi per la presenza di determinati nutrienti, per il ruolo che hanno all’interno della dieta di quella popolazione o di suoi gruppi a rischio, inclusi i bambini, per gli effetti sulla salute derivanti dal loro consumo. Infine l’autorità si occuperà anche dei criteri con cui orientare la scelta di sostanze nutrienti e altri componenti degli alimenti per stabilire profili nutrizionali (cioè per categorizzare gli alimenti secondo la loro composizione nutrizionale usando criteri predefiniti, ad esempio semplici soglie nutrizionali o algoritmi più sofisticati).
Entro la fine del 2021 sarà aperta una consultazione pubblica sul parere in bozza. Questo sarà elaborato sulla scorta di informazioni ed evidenze scientifiche recenti tra cui gli studi della stessa autorità sui valori di riferimento per l’alimentazione e i profili nutrizionali o le linee guida sull’alimentazione in uso nei singoli Paesi europei. Ma gli esperti si avvarranno anche di una disamina completa dei vari sistemi di etichettatura fronte-pacco messa a disposizione dalla Commissione Ue.
Lo scontro sul Nutriscore
Lo scorso maggio la Commissione ha presentato un report sul sistema di etichettatura indicando gli schemi già in uso o in fase di sviluppo nell’Unione. La conclusione è che uno schema fronte-pacco effettivamente è in grado di aiutare i consumatori a fare scelte alimentari consapevoli e che gli schemi valutativi che usano i colori sembrano essere i più promettenti per migliorare le abitudini di spesa. Tra i sistemi di etichettatura in uso quello su cui si è acceso uno scontro a livello europeo è il Nutriscore, che ricorre proprio colori e lettere per indicare il minore o maggiore grado di salubrità di un alimento in base al contenuto di determinate sostanze.
L’etichettatura, sviluppata dalla Francia, è stata adottata anche da altri Paesi Ue, come Germania e Belgio, ma ha incontrato la ferma opposizione dell’Italia che ha sviluppato un suo modello di etichettatura. È il Nutrinform, un modello di etichettatura ‘a batteria’ che fornisce informazioni sull’apporto di nutrienti a fronte del loro fabbisogno giornaliero.
Tra gli Stati Ue che sostengono l’etichetta ‘a semaforo’ del modello francese c’è anche la Spagna che sta implementando lo schema. Nel Paese, però, si è registrata una netta presa di posizione dell’associazione dei produttori e trasformatori suinicoli spagnoli. Come riferisce il Guardian, l’associazione è del parere che il Nutriscore non debba essere applicato al jamon serrano. Al tipico prosciutto, celebre in tutto il mondo, bisogna riservare la stessa sorte prevista per l’olio d’oliva, sostiene l’organizzazione. Il ministero della Salute spagnolo ha riferito infatti di essere al lavoro per esentare il prodotto dal ‘semaforo’: secondo gli olivicoltori, infatti, il Nutriscore attribuirebbe una C gialla all’olio d’oliva, una sanzione che sfavorirebbe il consumo di un simbolo della dieta del Paese iberico.
Sono posizioni simili a quelle dei portatori d’interesse italiani che si oppongono all’etichetta ‘a semaforo’. Tra questi Federalimentare che considera il Nutriscore un sistema “antiscientifico e in contrasto con le basi della Dieta mediterranea”.
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