Occorre trasformare i sistemi alimentari per combattere la malnutrizione e l’antimicrobico-resistenza e per garantire la sicurezza alimentare. Lo ha affermato José Graziano da Silva, Direttore Generale dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (Fao), durante la riunione dei Ministri della Sanità dei paesi del G7 (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti). “Circa una persona su tre soffre di almeno una forma di malnutrizione: siano fame, carenze micronutritive, o sovrappeso e obesità – ha osservato l’esperto -. Se non interveniamo con urgenza e in modo efficace, per il 2030 oltre la metà della popolazione mondiale soffrirà di almeno un tipo di malnutrizione. È nostra responsabilità collettiva garantire che ogni persona su questo pianeta abbia accesso a cibo sicuro, sufficiente e nutriente”.
Il Direttore Generale della Fao ha evidenziato che la malnutrizione cronica è tornata a crescere per la prima volta nell’ultimo decennio, soprattutto a causa dei conflitti e del cambiamento climatico. Inoltre, oltre 2 miliardi di persone soffrono di una o più carenze micronutritive, mentre quasi 1,9 miliardi di adulti sono in sovrappeso, e fra questi 600 milioni sono obesi. Per contrastare questi fenomeni, l’esperto ritiene necessario adottare interventi urgenti capaci di trasformare le diverse fasi della catena alimentare. In particolare, ritiene che i consumatori dovrebbero essere incoraggiati a comprare più alimenti freschi, basandosi meno su prodotti confezionati e surgelati. “Trasformare i sistemi alimentari per promuovere diete sane significa intervenire in ogni fase della catena alimentare, dal campo alla tavola – ha dichiarato Graziano da Silva – Fortunatamente molte città del mondo stanno diventando sempre più consapevoli dell’importanza di promuovere i mercati locali e anche prodotti locali freschi”.
Il DG ha anche illustrato ai Ministri della Salute del G7 gli sforzi congiunti compiuti dalla Fao e dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per combattere la resistenza antimicrobica e la crescente minaccia rappresentata dalle malattie animali trasmissibili agli esseri umani (come l’influenza aviaria o l’Ebola). La Fao ha sviluppato un Piano d’azione quinquennale per affrontare l’antimicrobico-resistenza nell’alimentazione e nell’agricoltura, che cerca di aumentare la rilevazione, il monitoraggio, la regolamentazione e la gestione dell’uso di antimicrobici nella produzione zootecnica, nella pesca e nell’agricoltura. “Garantire la sicurezza alimentare è fondamentale in un mondo in cui la catena alimentare è diventata globale – ha concluso da Silva -. Oggi gli incidenti sulla sicurezza alimentare possono avere effetti negativi globali non solo sulla salute pubblica, ma anche sul commercio e sull’economia”.
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