Le città e le politiche locali possono e dovrebbero svolgere un ruolo essenziale nella lotta contro gli sprechi alimentari. Lo ha affermato José Graziano da Silva, Direttore Generale dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (Fao), durante la riunione dei firmatari del “Milan Urban Food Policy Pact”, che si è svolta dal 19 al 21 ottobre a Valencia (Spagna) e che ha riunito sindaci e rappresentanti di oltre 150 città.
“Le azioni a livello locale sono fondamentali per raggiungere l’obiettivo di eliminare la fame e la malnutrizione, garantire sistemi alimentari più sostenibili che siano anche in grado di far fronte ai cambiamenti climatici, oltre ad assicurare una nutrizione sana per tutti – ha dichiarato da Silva -. Fortunatamente le città si stanno mobilitando per fronteggiare queste sfide. Si possono raggiungere alti livelli di creatività quando si collabora con attori locali, la società civile, il settore privato, le università e le organizzazioni dei produttori”.
Il Direttore Generale della Fao ha sottolineato che dopo anni di declino, la diffusione della fame ha ricominciato a crescere, raggiungendo 815 milioni di persone, circa l’11% della popolazione mondiale. Inoltre, ha rilevato che la salute di milioni di individui in tutto il pianeta è minacciata da forme diverse di malnutrizione, come il sovrappeso, l’obesità e la mancanza di micronutrienti. Per contrastare questi fenomeni, l’esperto ha evidenziato la necessità di rafforzare la collaborazione tra i governi locali per garantire a tutti l’acceso ad alimenti sani, promuovere sistemi alimentari sostenibili, educare la popolazione a mangiare in modo corretto e ridurre gli sprechi di cibo. In quest’ottica, la Fao sostiene gli sforzi delle autorità locali diretti a valutare i propri sistemi alimentari, a sviluppare strategie e piani alimentari urbani e a rafforzare i legami con le aree rurali.
Il Direttore Generale ha, infine, rimarcato l’importanza di rafforzare la cooperazione tra le città di tutto il mondo per raggiungere un’urbanizzazione sostenibile e per promuovere rapporti economici, politici, sociali e culturali tra aree urbane e rurali. “Non possiamo accettare una dicotomia tra aree rurali e urbane che non esiste più – ha concluso da Silva -. Dobbiamo adottare un approccio territoriale basato sull’integrazione delle aree rurali con quelle urbane. Solo città prospere e aree rurali dinamiche possono promuovere il cambiamento verso i sistemi alimentari sostenibili di cui abbiamo bisogno per sconfiggere la fame e la povertà”.
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