I prezzi delle principali materie prime alimentari non raggiungevano un valore così basso dal mese di settembre 2009. Il calo dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari e degli oli vegetali infatti, ha ridotto il valore dell’indice dei prezzi alimentari calcolato dalla Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), che a luglio si è attestato su una media di 164,6 punti. Ha quindi registrato un calo dell’1% rispetto a giugno e del 19,4% rispetto al 2014.
La Fao elabora l’indice dei prezzi alimentari confrontando i prezzi delle cinque principali materie prime alimentari sui mercati internazionali. Inoltre, il calcolo comprende anche alcuni “sotto-indici” per i prezzi dei cereali, della carne, dei prodotti lattiero-caseari, degli oli vegetali e dello zucchero. Secondo l’Organizzazione, a luglio l’aumento dei prezzi dello zucchero e dei cereali non è riuscito a compensare la caduta dei costi dei prodotti lattiero-caseari e degli oli vegetali. I prezzi della carne, invece, sono rimasti stabili.
Nello specifico, a luglio, l’indice dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari è sceso del 7,2% rispetto al mese di giugno, a causa della minore domanda d’importazioni dalla Cina, dal Medio Oriente e dal Nord-Africa. Invece, l’indice dei prezzi degli oli vegetali ha raggiunto il valore più basso dal luglio 2009. Si è attestato, infatti, su un valore inferiore del 5,5% rispetto al mese precedente, a causa della caduta, a livello mondiale, dei prezzi dell’olio di palma.
La Fao sottolinea che, a luglio, l’indice dei prezzi della carne è rimasto stabile. L’aumento dei prezzi internazionali delle carni bovine ha compensato il calo di quelli delle carni suine e ovine. Invece, i prezzi del pollame sono rimasti fermi.
L’indice dei prezzi dei cereali è aumentato del 2%, ma risulta inferiore del 10,1% rispetto al livello del luglio 2014. Per il secondo mese consecutivo, l’aumento dei prezzi del grano e del mais – dovuto al clima sfavorevole nel Nord-America e in Europa -, ha fatto salire l’indice dei cereali, mentre il prezzo del riso è continuato a scendere. Infine, l’indice dei prezzi dello zucchero è aumentato del 2,5%, grazie alle condizioni non ottimali dei raccolti nella principale regione produttrice del Brasile.
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n.c.