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FAO: il quadro globale dell’agricoltura nel 2023

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La Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite (FAO) ha presentato alla fine di novembre il suo annuale Yearbook Statistico che illustra le ultime tendenze nei sistemi agroalimentari mondiali e mette in evidenza per la prima volta l’impatto dei disastri sull’agricoltura, nonché il costo e l’accessibilità di una dieta sana.

L’annuario offre una sintesi dei principali fattori in gioco nel panorama alimentare e agricolo globale, basandosi sul ricco patrimonio informativo prodotto dagli statistici della FAO. La pubblicazione 2023 comprende dati organizzati in quattro capitoli tematici: l’importanza economica delle attività agricole; input, output e fattori di produzione; le implicazioni per la sicurezza alimentare e la nutrizione; gli impatti dell’agricoltura sull’ambiente. Si tratta di uno strumento fondamentale, riferimento indispensabile per decisori politici, ricercatori, analisti e per chiunque sia interessato ai percorsi passati, presenti e futuri dell’alimentazione e dell’agricoltura.

Principali evidenze

La pubblicazione 2023 mette in luce l’impatto dei disastri sull’agricoltura, quantificando le perdite risultanti da questi eventi. I dati sul costo e l’accessibilità di una dieta sana, recentemente pubblicati in FAOSTAT, sono anche presenti in questa edizione, fornendo una misura dell’accesso economico a cibi nutrienti e diete salutari, fondamentali per la connessione tra sicurezza alimentare e nutrizione.

Un altro importante rilievo di quest’anno è la percentuale di perdita alimentare, che è più elevata in Africa subsahariana (quasi il 20% nel 2021) e più bassa in America del Nord ed Europa (9%). Le perdite alimentari variano considerevolmente da una regione all’altra all’interno degli stessi gruppi di merci e delle fasi della catena di approvvigionamento.

Infine, la pubblicazione attinge alle caratteristiche strutturali del settore agricolo provenienti dai censimenti agricoli che gli utenti possono ora confrontare facilmente tra Paesi e cicli di censimenti per la prima volta.

Fatti e cifre chiave

Tra il 1991 e il 2021, si stima che i disastri abbiano causato perdite di produzione in colture e bestiame del valore di 3,8 trilioni di dollari, corrispondenti a una perdita media di 123 miliardi di dollari all’anno o al 5% del PIL agricolo globale annuale. L’Asia ha le perdite più elevate, seguita dalle Americhe, dall’Europa, dall’Africa e dall’Oceania.

Il costo stimato di una dieta sana nel 2021 era di 3,66 dollari a parità di potere d’acquisto (PPP) per persona al giorno, in aumento del 4,3% rispetto al 2020. Più di 3,1 miliardi di persone nel mondo, ovvero il 42%, non potevano permettersi una dieta sana nel 2021.

Il valore aggiunto generato da agricoltura, silvicoltura e pesca è cresciuto del 84% in termini reali tra il 2000 e il 2021, raggiungendo 3,7 trilioni di dollari nel 2021. L’Asia è stata il principale contributore al valore aggiunto globale con il 65% del totale mondiale nel 2021.

L’agricoltura impiegava circa 873 milioni di persone nel 2021, il 27% della forza lavoro globale, rispetto al 40% nel 2000.

L’uso globale di pesticidi è aumentato del 62% tra il 2000 e il 2021, con le Americhe che rappresentano la metà dell’uso nel 2021.

Dal 2000 al 2021, la produzione di colture primarie è cresciuta del 54%, raggiungendo 9,5 miliardi di tonnellate. Quattro colture (canna da zucchero, mais, grano e riso) rappresentano la metà del totale.

I cereali sono stati la merce più scambiata per quantità nel 2021: le Americhe e l’Europa sono i principali esportatori e l’Asia è il principale importatore. Con leggermente meno di un terzo del totale, i cereali sono stato il principale gruppo di colture primarie prodotto nel 2021, seguito da colture da zucchero (22%), ortaggi e colture oleaginose (12% ciascuno).

Le emissioni di gas serra dai sistemi agroalimentari sono cresciute del 10% tra il 2000 e il 2021, con le emissioni alla fonte che ne rappresentano quasi la metà.