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Fao, malnutrizione e fame nel mondo in crescita

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Dopo essere diminuita per oltre un decennio, la diffusione della fame nel mondo ha ricominciato a crescere: nel 2016 ha interessato circa 815 milioni di persone, 38 milioni di persone in più rispetto all’anno scorso, una quantità pari all’11% della popolazione mondiale. Lo evidenzia il rapporto “The State of Food Security and Nutrition in the World 2017” pubblicato dall’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (Fao), dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad), dal Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (Unicef), dal Programma Alimentare Mondiale (WfpP) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), secondo cui il riacutizzarsi della fame e di molte forme di malnutrizione sarebbe dovuto soprattutto alla proliferazione di conflitti violenti e ai cambiamenti climatici, che mettono a rischio la sicurezza alimentare in molte zone del pianeta.

L’indagine rileva che circa 155 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni sono sottosviluppati (risultano troppo bassi per la loro età), 52 milioni soffrono di deperimento cronico (il loro peso non è adeguato rispetto alla loro altezza), mentre circa 41 milioni sono in sovrappeso. Sono fonte di preoccupazione anche la diffusione dell’anemia tra la popolazione femminile in età riproduttiva – che riguarda 613 milioni di donne, circa il 33% del totale – e dell’obesità degli adulti – un fenomeno che interessa 641 milioni di persone, il 13% di tutti gli adulti del pianeta. Tutte queste tendenze, secondo gli esperti, rappresentano una conseguenza non solo dei conflitti e del cambiamento climatico, ma anche dei grandi mutamenti nelle abitudini alimentari e dei rallentamenti economici.

Nelle situazioni di conflitto aggravate da condizioni di fragilità istituzionale e ambientale, la prevalenza della fame e della malnutrizione è superiore di 11-18 punti percentuali. Le persone che vivono nei paesi colpiti da una crisi prolungata hanno quasi 2,5 volte maggiori probabilità di essere malnutrite delle persone che vivono altrove. “Nel corso degli ultimi dieci anni i conflitti sono aumentati drasticamente e sono diventati più complessi e di difficile risoluzione – scrivono gli autori del rapporto -. Questo è un campanello d’allarme che non possiamo permetterci d’ignorare: non porremo fine alla fame e a tutte le forme di malnutrizione entro il 2030 se non affrontiamo tutti i fattori che minano la sicurezza alimentare e la nutrizione. A tal fine assicurare società pacifiche e inclusive è una condizione necessaria”.

Foto: © Thaut Images – Fotolia

red.