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FeedEconomy, Ettore Prandini (Coldiretti): “Più tutele per la zootecnia”

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di Andrea Spinelli Barrile, Redazione

È stato presentato lo scorso 12 dicembre a Roma, presso la sala Cavour del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF), il secondo report FeedEconomy, promosso da Assalzoo-Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici in collaborazione con Nomisma. Nel report Assalzoo analizza l’economia derivante dal feed, il mangime, osservandola in prospettiva lungo tutta la filiera produttiva. Questo l’intervento del Presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, che ha ricordato come il settore della mangimistica sia essenziale per l’esistenza di quello zootecnico.

“È un rapporto, quello di FeedEconomy, che stiamo sempre di più cercando di elevare sia in termini di attenzione che, soprattutto, in termini di interesse, affinché ci sia la piena consapevolezza rispetto al ruolo che la zootecnia gioca nel nostro Paese, in particolare per quanto riguarda le esportazioni delle nostre eccellenze in tutto il mondo. Non a caso l’agroalimentare è l’unico comparto che anche nel 2024 cresce in modo significativo, arrivando a raggiungere il record storico di 70 miliardi di euro in termini di valore complessivo.

Le filiere zootecniche sono uno dei grandi pilastri che rappresentano le esportazioni, ma una grande attenzione va data in termini di lavoro nei confronti degli interessi dei nostri agricoltori, di tutta la filiera. Proprio per questo come Coldiretti ci siamo mossi anche in termini di relazioni con le istituzioni europee, per far cambiare il regolamento sulla deforestazione. Non abbiamo ottenuto il traguardo del risultato, abbiamo ottenuto un parziale risultato nella sospensione. Dobbiamo continuare a lavorare per fare in modo che la sospensione diventi una certezza e che tutto il sistema produttivo italiano ed europeo non venga penalizzato: chiediamo di porre al centro dell’attenzione il principio della reciprocità per quanto riguarda le regole, soprattutto nel momento in cui noi importiamo prodotti trasformati provenienti da altri Paesi.

Lo dico semplicemente per far capire il grande lavoro che stiamo ponendo con le istituzioni italiane e con le istituzioni europee, anche in termini di relazioni: a Ortigia, quando si è celebrato il G7, grazie a Coldiretti abbiamo coinvolto le rappresentanze agricole del G7 dell’agricoltura. Relazionandoci e costruendo un percorso di lungimiranza cerchiamo di mettere a frutto tutto ciò che può portare ad elevare il valore economico di tutti gli elementi che compongono la filiera. Se noi oggi parliamo di zootecnia parliamo ovviamente del cuore della nostra agricoltura: lo dico perché ritengo che la zootecnia sia il vero motore dell’agricoltura.

Per quanto riguarda le sementi – penso alle Tea – abbiamo fatto un grande lavoro in Italia: siamo riusciti a sdoganare un meccanismo grazie al quale con queste nuove sementi riusciremo anche ad essere più competitivi per affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici. Oggi tale questione però è ferma a livello europeo”.