di Andrea Spinelli Barrile, Redazione
È stato presentato lo scorso 12 dicembre a Roma, presso la sala Cavour del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF), il secondo report FeedEconomy, promosso da Assalzoo-Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici in collaborazione con Nomisma. Nel report Assalzoo analizza l’economia derivante dal feed, il mangime, osservandola in prospettiva lungo tutta la filiera produttiva. Alla presentazione è intervenuto anche il senatore Giacomo La Pietra, sottosegretario al MASAF.
“Partiamo dalla consapevolezza che prima di tutto dobbiamo ragionare sul concetto di filiera: non si può più pensare di effettuare interventi finalizzati solamente al campo primario. Dobbiamo legarli al concetto, appunto, di ‘filiera’. Per questo stiamo riattivando tutti i tavoli di filiera: vogliamo andare in questa direzione perché è chiaro che solo attraverso il confronto diretto con gli attori specifici di ogni singola filiera possiamo capire che tipo di interventi mettere in campo. I tavoli di filiera sono finalizzati a elaborare un piano di filiera sostenibile. È chiaro che se ci poniamo degli obiettivi e delle strategie riusciamo più facilmente a ottimizzare quelli che sono gli investimenti e le risorse. Oggi abbiamo un problema di risorse: abbiamo visto come la PAC ha diminuito le risorse, ma siamo riusciti a cambiare un po’ il passo rispetto alle vecchie politiche europee.
In Italia stiamo cercando di costruire la strategia di un Piano agricolo nazionale vero, ma che deve partire dai singoli piani di filiera. Sovranità alimentare significa proprio questo: cercare di essere il più possibile indipendenti da situazioni non controllabili. Dobbiamo iniziare a mettere in campo delle politiche che ci permettano di avere una maggiore autonomia nei confronti dell’estero. Non a caso abbiamo istituito il tavolo del mais e stiamo istituendo il tavolo cerealicolo: vogliamo concentrarci su questi elementi fondamentali che riguardano la produzione primaria. Il mais è uno degli elementi più importanti insieme alla soia: con Assalzoo stiamo cercando di collaborare per capire dove indirizzare la produzione di questi prodotti per dare aiuto al settore della mangimistica. Noi siamo quello che mangiamo: pesce, trasformati, uova, carne, e la qualità di questi cibi dipende anche da quello che gli animali mangiano; è tutto collegato, tutta la filiera è connessa. Ci stiamo attivando mettendo anche risorse e abbiamo investito anche nei contratti di filiera. Siamo partiti con 650 milioni da investire nei contratti di filiera; avendo ricevuto davvero tante domande ci siamo attivati e abbiamo trovato ulteriori 2 miliardi del PNRR da inserire nel bando dei contratti di filiera al fine di riuscire a soddisfare quasi tutte le domande.
La filiera della mangimistica è un elemento estremamente importante: significa qualità, quello che rappresentano le nostre Eccellenze del mondo. Di fatto è la prima ‘finestra’ che mette in condizione il consumatore di conoscere la qualità agroalimentare italiana. I dati che sono emersi dal Secondo rapporto FeedEconomy sono significativi anche solo a partire dalla quantità economica che rappresentano. Non dobbiamo però fare un ragionamento solo di tipo economico, ma anche un ragionamento collegato alla sostenibilità della qualità ambientale e sociale del lavoro, avere quindi una visione completa, a 360 gradi. Sicuramente sono dati estremamente interessanti che prenderemo anche come riferimento. Il messaggio è che deve esserci un rapporto continuo di confronto con le categorie, con gli imprenditori, per riuscire a mettere in moto tutti quei meccanismi che servono per tutelare l’intera filiera. Io ascolto molti tra imprenditori, agricoltori e allevatori, e arriva molto spesso una richiesta di certezza delle regole di programmazione, perché gli imprenditori hanno bisogno di avere una sicurezza a livello di tempistiche. Diamo agli imprenditori la possibilità di fare investimenti e programmare la loro la loro attività nei prossimi anni. Abbiamo inoltre a che fare con i cambiamenti climatici, con tante situazioni che vanno a impattare direttamente sulle produzioni primarie. Anche su questo stiamo lavorando: abbiamo finalmente messo in campo nella ricerca le Tea, che sono fondamentali per dare una mano all’agricoltura”.