Le Linee guida sull’approvvigionamento di soia sostenibile sono state aggiornate. La nuova edizione è stata presentata da Fefac, la Federazione tra i Produttori europei di mangimi. Tra le novità la maggiore attenzione riservata alla protezione degli ecosistemi, scoraggiandone la conversione, e alla produzione responsabile di una materia prima fondamentale per la mangimistica e la zootecnia. Le linee guida definiscono i criteri in base ai quali valutare schemi di produzione della soia.
“Oggi Fefac è riuscita a dare un grande contributo per rendere il mercato sempre più trasparente in tema di approvvigionamento responsabile della ”, ha sottolineato Asbjørn Børsting, presidente della federazione. “La nuova versione delle Linee guida di Fefac resterà uno strumento chiave per gli operatori e i partner della catena supportandoli negli sforzi per la transizione del mercato verso l’approvvigionamento di soia sostenibile, nonostante un contesto di mercato molto difficoltoso”, ha concluso Børsting.
Contro la conversione e la deforestazione
La pubblicazione delle nuove linee guida è l’atto conclusivo di un processo che ha visto il confronto tra Fefac e diversi portatori di interesse. L’ultima edizione rivede i contenuti di quella del 2015 diventata ormai una risorsa essenziale per l’approvvigionamento responsabile della coltura. Da allora sono stati diciannove i programmi di produzione di soia che hanno superato con successo il processo di valutazione perché rispondenti ai criteri stabiliti dalle linee guida.
Nella versione rinnovata sono stati introdotti quattordici nuovi criteri. Tra questi quello relativo alla cattura del carbonio e soprattutto la novità importante riguardante proprio il riferimento alla produzione di soia a ‘conversione-zero’. Il criterio – qualificato come opzionale, sebbene Fefac non escluda che in futuro possa diventare obbligatorio – fa riferimento alla protezione di foreste ed ecosistemi naturali al di là del rispetto della legislazione. Secondo questo nuovo criterio “Non è prodotta soia in ecosistemi naturali convertiti (foreste naturali, praterie, paludi, savane, torbe, pendii e aree riparie) dopo una certa data”. Le linee guida individuano anche i requisiti con cui qualificare la soia a ‘conversione-zero’ e specificano che questa data non può essere oltre il 2020.
Aumento dei criteri obbligatori
Le linee guida non sono state stilate come uno standard bensì come un sistema di valutazione comprendente una serie di requisiti a fronte dei quali misurare gli schemi con cui certificare la produzione di soia, sia dentro che fuori l’Europa, a beneficio dei partner di filiera. Sono sei i pilastri che compongono questo sistema di valutazione: rispetto della legislazione; rispetto delle condizioni di lavoro; responsabilità ambientale; buone pratiche agricole; rispetto dell’uso legale del suolo; protezione delle relazioni della comunità. La sostenibilità è intesa, pertanto, sia come sostenibilità ambientale (ad esempio la salvaguardia della biodiversità, la corretta gestione dei rifiuti) sia sociale, con riferimento ai contesti socio-economici dei Paesi produttori.
Intorno a questi sei principi si articolano 73 criteri, di cui 54 obbligatori (sono sedici in più rispetto alla prima edizione) e 19 opzionali. Per essere considerato rispondente alle linee guida lo schema dovrà soddisfare tutti i criteri essenziali e otto di quelli desiderati, oltre a risultare conforme a tutti i requisiti di verifica.
Per il processo di benchmarking Fefac continuerà ad affidarsi a Itc-International Trade Center, un ente terzo. I diciannove programmi di produzione responsabile di soia valutati finora da Itc coprono quasi il 50% della soia utilizzata da tutta l’industria mangimistica dell’Unione europea.
In una prospettiva di miglioramento della trasparenza del mercato, gli schemi che garantiscono la produzione di soia a ‘conversione-zero’ saranno pubblicati nella sezione riservata a Fefac sul sito di Itc Sustainability Map. L’auspicio della federazione è che il nuovo benchmarking dei programmi di soia responsabile possa essere avviato nella prossima primavera, nell’interesse di tutti gli operatori della catena di valore.
Le nuove linee guida si inseriscono nel percorso intrapreso dall’industria mangimistica europea di transizione verso un modello produttivo sostenibile e nel solco della svolta impressa a livello di Unione europea con il Green Deal e la strategia Farm to Fork, anche al cospetto della ormai consolidata sensibilità dei consumatori i temi della sostenibilità. L’impegno di Fefac ha portato nel settembre del 2020 a un traguardo importante, l’adozione della Carta per la Sostenibilità dei mangimi. Proprio nell’ambito del Programma per la Promozione dell’approvvigionamento responsabile di materie prime definito dalla Carta si colloca la nuova edizione delle linee guida sulla soia.
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