Rinnovata a tempo indeterminato la moratoria sulla coltivazione della soia nelle regioni amazzoniche del Brasile. Il provvedimento, adottato la prima volta nel 2006 e confermato di anno in anno, a partire dal 9 maggio 2016 è diventato permanente. Lo ha annunciato la Brazilian soy task force (Gtf), un’organizzazione che rappresenta gli interessi del settore privato, della società civile e del governo brasiliano.
La moratoria garantisce l’accesso al mercato solo alla soia prodotta nei territori esclusi dalla deforestazione. Rappresenta, quindi, un’iniziativa diretta a proteggere la conservazione della foresta amazzonica e i produttori che rispettano l’ambiente.
Secondo Fefac (la federazione dei produttori europei di mangimi) e Fediol (la federazione europea dei produttori di alimenti proteici e di oli vegetali, dei titolari dei frantoi, dei raffinatori e degli imbottigliatori), porre fine alla deforestazione illegale, garantendo l’aderenza alle normative nazionali, rappresenta il primo passo per la salvaguardia delle foreste. Inoltre, rientra fra le azioni previste dalle “Soy Sourcing Guidelines” elaborate da Fefac, che prevedono i requisiti minimi, sociali e ambientali, previsti per la produzione responsabile della soia. Le linee guida sono supportate anche da Fediol.
“La moratoria sulla coltivazione della soia nei territori amazzonici ha dimostrato di essere uno strumento efficace nel ridurre la deforestazione in Amazzonia – afferma Henri Rieux, Presidente di Fediol -. Pertanto siamo lieti che sia stata rinnovata a tempo indeterminato”.
“Le linee guida Fefac sono in linea con il Brazilian Forest Code – osserva Ruud Tijssens, Presidente Fefac -, che insieme al Federal monitoring of farms under rural environmental registration (Car), può essere considerato un importante passo avanti in termini di applicazione della legislazione ambientale e consente la produzione responsabile di soia”.
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