Nel 2011 la produzione totale di mangimi in Europa (21 Paesi Ue più Svizzera, Turchia, Norvegia, Croazia, Serbia e Russia) è stata pari a 151 milioni di tonnellate (-0,3% rispetto al 2010), mentre il fabbisogno degli allevamenti si è attestato a 467 milioni di tonnellate. Nello stesso periodo, il fatturato dell’industria europea dei mangimi è stato pari a 50 miliardi di euro. Sono i dati presentati nel corso della recente Assemblea Generale della Fefac (Federazione europea tra i produttori di mangimi composti) della quale fa parte l’italiana Assalzoo (Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici). L’assemblea, che si è tenuta a Bruxelles, ha fotografato uno scenario di risultati a “macchia di leopardo” per l’industria europea, influenzata ancora dalla forte oscillazione dei prezzi dei cereali. Nel 2011 si sono registrate, infatti, tendenze diverse, come le performance fortemente negative di Repubblica Ceca (-14%) e Danimarca (- 6,6%), mentre Germania, Polonia e Italia sono riusciti a invertire il trend negativo del mercato con una crescita di circa il 3% della produzione.
Nel dettaglio, si è registrata una battuta di arresto per la produzione di mangimi per bovini (-2,1%) e suini (-0.6%), mentre è costante la crescita di produzione per l’alimentazione dei polli, che è aumentata dell’1,1%, confermandosi settore leader del mercato europeo. Nel complesso, lo scenario del comparto Ue nel 2011 ha risentito ancora dei costi elevati delle materie prime e della situazione di fragilità del settore suinicolo. Sul fronte climatico la persistente siccità dei primi mesi dell’anno si è tradotta in un raccolto minore in primavera, compensato tuttavia dalle buone condizioni atmosferiche autunnali che hanno favorito la ripresa delle coltivazioni di foraggio. Da sottolineare anche che l’instabilità del mercato delle materie prime degli ultimi due anni ha contribuito, secondo la Fefac, a migliorare la quota di mercato dei mangimi industriali composti rispetto a quello dei miscelati in allevamento.
Restano, secondoPatrick Vanden Avenne, presidente Fefac, alcuni problemi aperti nella regolazione del mercato da parte dell’Unione Europea che rischiano di pesare sull’attività del comparto che impiega 110.000 addetti in oltre 4.000 aziende. In particolare Vanden Avenne auspica un voto positivo da parte del Comitato Permamente Ue sulla riautorizzazione all’impiego di proteine animali trasformate in itticoltura che “possono contribuire a ridurre la dipendenza dell’Unione Europea – ha dichiarato il presidente della Fefac – dalle importazioni di farine di pesce sostenendo gli obiettivi del progetto di Riforma della Pesca nel compensare una pesca sostenibile in mare aperto con lo sviluppo dell’acquacoltura”. I dati relativi alla produzione italiana verranno presentati nel corso dell’Assemblea di Assalzoo che si terrà il prossimo 22 giugno a Bologna.
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co.col.