I produttori mangimi, cereali e semi, alimenti proteici e oli vegetali in difesa delle foreste. Fefac, la Federazione europea dei Produttori di mangimi, Coceral, l’Associazione europea dei Produttori di cereali, riso, semi oleosi, olio d’oliva e oli, e Fediol, la Federazione europea dei Produttori di alimenti proteici e oli vegetali, dei titolari di frantoi, raffinatori e imbottigliatori, hanno accolto positivamente la comunicazione della Commissione Ue per la tutela delle foreste.
Con quest’atto gli operatori delle diverse filiere, già impegnati nella rimozione dei prodotti con notevole impatto sullo sfruttamento delle risorse naturali, trovano una sponda nella Commissione e nel suo tentativo di sensibilizzare il mercato e l’opinione pubblica sulla deforestazione e sui cambiamenti climatici. La comunicazione dell’organo esecutivo dell’Unione europea fornisce una cornice istituzionale per coordinare le iniziative dei settori pubblici e privati.
Lo spirito di questa decisione – fanno sapere Fefac, Coceral e Fediol – si ritrova infine anche nel recente accordo commerciale tra Europa e Mercosur. Intavolare un dialogo permanente ed efficace con i Paesi che esportano è il modo più efficace di affrontare il tema della gestione delle foreste e aiutare i partner della filiera ad agire in modo responsabile.
Gas serra, deforestazione e clima che cambia
La decisione della Commissione risale al 23 luglio. Nell’atto è messo nero su bianco l’impegno per proteggere e risanare le foreste, una risorsa naturale fondamentale. Queste ospitano infatti l’80% della biodiversità sulla terra, forniscono sostentamento a circa un quarto della popolazione mondiale e sono vitali per il constrasto al cambiamento climatico. Serve uno sforzo collettivo per arginare l’erosione delle foreste: tra il 1990 e il 2016 se ne sono persi ben 1,3 milioni di chilometri quadrati. La domanda di legname, cibo, mangimi e biocombustibili ha alimentato più di tutti questo fenomeno e le emissioni di gas serra correlate alla deforestazione sono la seconda causa del cambiamento climatico. Per questo l’Ue ha sposato un approccio rivolto sia all’offerta che alla domanda: dalla finanza sostenibile all’uso responsabile della terra e delle altre risorse, alla gestione sostenibile delle filiere.
Tra le priorità individuate dalla Commissione c’è incoraggiare il consumo di prodotti da filiere ‘deforestation-free’. E su questo terreno è avvenuto l’incontro ideale tra Ue e le associazioni di categoria. I diversi settori hanno infatti già assunto in precedenza delle iniziative per rimuovere dalle filiere quei prodotti che potessero sostenere la deforestazione.
“Con la pubblicazione delle Linee guida per la produzione responsabile di soia nel 2015, l’industria mangimistica europea si è impegnata a far scaturire un impatto positivo dalla filiera della soia”, ricorda Fefac. “Oltre 160 imprenditori del settore mangimistico volontariamente si sono impegnati a produrre soia secondo le linee guida in un’ottica di miglioramento di un mercato in cui l’uso della soia sia responsabile”.
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