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Fieragricola, l’edizione 2024 si chiude con 100mila visitatori

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a cura di Fieragricola

È un bilancio assolutamente positivo quello della 116ª Fieragricola di Verona, che in quattro giorni di manifestazione sfiora i 100mila visitatori, con un aumento del 45% rispetto alla precedente edizione. Verona resta un punto di riferimento dell’agricoltura italiana, un settore che continua ad investire per migliorare produttività, sostenibilità economica, ambientale e sociale. 

«Questa edizione di Fieragricola ha ribadito il valore dell’evento, considerato ormai la casa di tutti gli imprenditori agricoli – ha commentato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo –. Innovare in agricoltura è fondamentale per il futuro di tutti noi e questa fiera rappresenta lo strumento migliore per scoprire le ultime novità del settore e fare il punto sull’evoluzione sostenibile di tutta la filiera, insieme ad aziende, buyer, mondo della ricerca e istituzioni. Ringraziamo in particolare il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, per aver sottolineato durante il taglio del nastro la valenza di Fieragricola, definendola gioiello organizzativo e modello per aiutare a far evolvere il sistema di qualità agroalimentare italiano». 

La formula trasversale, che abbraccia tutti i settori dell’agribusiness (meccanizzazione agricola, zootecnia, energie rinnovabili, servizi, tecnologie per smart irrigation, digitalizzazione e biosolution per la difesa del suolo) si conferma vincente.

Regina della manifestazione con tre padiglioni, mostre bovine e approfondimenti è la zootecnia, che in Fieragricola ha portato la formula del dialogo di filiera coinvolgendo tutti gli attori, dalla mangimistica alla grande distribuzione organizzata. Inutile muoversi diversamente in un contesto in cui la qualità deve inevitabilmente sposarsi con la sostenibilità, la riduzione delle emissioni, l’equilibrio delle produzioni, la ricerca dell’export, il benessere animale.

Gli allevatori lo sanno, così come lo hanno ben presente i diversi anelli della catena di approvvigionamento. A partire dalla mangimistica, presente in forze a Fieragricola 2024, capitanata da Assalzoo, associazione di riferimento del settore, partner della rassegna internazionale.

Ed è grazie ad Assalzoo che il rapporto fra industria mangimistica e produttori zootecnici è sempre più stretto, e che dall’antagonismo talvolta emerso nel passato si è passati alla volontà di cooperare. È evidente agli allevatori che la genetica e la genomica, essenziali per avere animali sempre più sani e longevi, non è sufficiente. Anche la capacità di metabolizzare al meglio la razione alimentare diventa un elemento ineluttabile, e la collaborazione nel segmento della ricerca è la strada da percorrere.

Il bilancio è assolutamente positivo, perché Fieragricola non è solo luogo di dibattito e di formazione con oltre 140 convegni: è una vetrina internazionale per gli 820 espositori da 20 Paesi e per delegazioni e buyer che provengono da ogni parte del globo e fanno affari, sedotti dalla qualità e dalla flessibilità dell’offerta del Made in Italy, perché c’è un punto che non deve essere dimenticato: con la sua versatilità, l’agricoltura italiana dalle Alpi alla Sicilia è uno scrigno di biodiversità, di qualità, di commodity e di specialty e solo chi può vantare simili tesori (certificati peraltro da 890 Dop, Igp, Stg e IG italiane registrate su un totale di 3.407 in tutta l’Unione europea) ha una altrettanto varia offerta in termini di meccanizzazione agricola, professionalità, start-up.

«Per organizzare questa edizione di Fieragricola – ha spiegato l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese –, ci siamo confrontati con la rapida evoluzione degli scenari di mercato all’interno delle filiere agricole, zootecniche, agroenergetiche, insieme alle criticità legate al climate change. Abbiamo quindi reso la manifestazione ancora più rispondente alle esigenze di aziende e visitatori, incrementando il numero di espositori e top player per ogni settore merceologico, aumentando anche gli operatori nazionali, soprattutto dal centro-sud Italia e quelli esteri, dai paesi dell’Est Europa, dell’Africa e del Medio Oriente. Ha inoltre ripagato la scelta di potenziare il livello di specializzazione delle aree tematiche e puntare sull’Agricoltura 4.0, con un’offerta di tecnologie digitali, robotica e intelligenza artificiale». 

C’è fermento, voglia di investire e di fare innovazione. I fondi a sostegno del comparto non mancano, dalla Politica agricola comune al Pnrr, dal sostegno di Inail a quello di Ismea. I mercati, almeno sul fronte zootecnico, dal lattiero caseario alla suinicoltura, sembrano restare in salute anche per i prossimi mesi. «È l’occasione giusta per investire e migliorare la sostenibilità ambientale e il benessere animale», è convinto il professor Gabriele Canali, economista agrario dell’Università Cattolica di Cremona e direttore del Crefis, il Centro ricerche delle filiere suinicole. Ma vale anche per il latte, la carne bovina, l’avicoltura. L’agricoltura e la zootecnia sono il serbatoio di grandi Dop e hanno la missione dell’internazionalizzazione da portare avanti. Il segreto è crederci, dialogare, guardare al futuro con una visione.