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Fondo zootecnia, al via le domande per 65 milioni di euro

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Aperti i termini per le domande di finanziamento delle filiere zootecniche in crisi. Le risorse, stanziate nell’ambito del ‘decreto rilancio’, ammontano complessivamente a 65 milioni. Destinatarie le filiere suinicola, cunicola, ovi-caprina, del latte di bufala e del vitello da carne. Le richieste vanno inviate dall’8 al 22 ottobre ad Agea, l’organismo pagatore che ha reso note le disposizioni operative per poter usufruire di questa misura a sostegno del comparto.

I 65 milioni sono ripartiti in 30 milioni per la filiera suinicola, 4 milioni per quella cunicola, 20 per il vitello da carne, 0,5 per la filiera caprina e 8,5 milioni per l’ovi-caprina. I restanti 2 milioni sono stati destinati alla filiera del latte di bufala come incremento dei 2 milioni già stanziati con il Fondo per la competitività delle filiere nel decreto del 3 aprile del Mipaaf. 

Queste sono state individuate come le filiere più colpite dalla chiusura del canale Horeca nei mesi del lockdown per l’emergenza coronavirus. La serrata di ristoranti, pizzerie, bar e mense ha pesato in maniera significativa sul comparto zootecnico. Secondo le rilevazioni di Ismea di giugno i consumi fuori casa per tutto il 2020 potrebbero contrarsi del 40%, con un calo stimato – in via prudenziale – in 34 miliardi di euro.

Le risorse stanziate dal fondo potrebbero così rappresentare una boccata d’ossigeno per il settore agro-alimentare zootecnico, favorendone la competitività, lo sviluppo e gli investimenti. Inoltre, grazie a questo intervento, il ministero delle Politiche agricole punta a valorizzare i contratti di filiera e migliorare la capacità di autoapprovvigionamento.

Le risorse eccedenti principalmente alla filiera bufalina

Il decreto del 23 luglio 2020 del ministero delle Politiche agricole ha definito i criteri per la ripartizione del Fondo emergenziale per le filiere in crisi istituito dal cosiddetto ‘decreto rilancio’, il decreto legge n. 34 del 2020 (convertito nella legge n. 77 del 2020). 

Le domande sono precompilate in un’ottica di semplificazione normativa e le imprese potranno dichiarare delle differenze. Dopo una prima analisi delle domande sarà versato un anticipo dell’80% del contributo. 

Gli animali devono essere nati, allevati e macellati in Italia. In particolare per i suini l’aiuto è fino a 20 euro per ogni capo macellato tra il 1° maggio e il 30 giugno 2020 e nel limite di spesa di 23 milioni di euro e fino a 18 euro, con un tetto di 7 milioni, per ogni scrofa allevata tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2020.

Per la filiera cunicola la concessione è fino a 1 euro per ogni capo macellato tra il 1° aprile e il 30 giugno 2020. Per quella caprina si è definito un limite di 6 euro per ogni capo macellato tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2020 e di 3 euro per per ogni pecora e/o capra allevata tra il 1° maggio e il 30 giugno 2020. Per i vitelli da carne l’aiuto è fino a 110 euro per ogni capo di età inferiore a 8 mesi e macellato nel periodo 1° marzo-30 giugno 2020.

Le risorse che dovessero eccedere l’ammontare richiesto potranno essere utilizzate, sempre nel 2020, per interventi a beneficio del latte bufalino e in via residuale per le domande delle altre filiere che fossero rimaste insoddisfatte.

 


Foto: Pixabay

 

red.