L’apporto complessivo di fosfati provenienti dagli alimenti potrebbe superare il livello di sicurezza fissato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Lo rivela il parere scientifico: “Re-evaluation of phosphoric acid–phosphates – di-, tri- and polyphosphates (E 338–341, E 343, E 450–452) as food additives and the safety of proposed extension of use” pubblicato dall’Efsa, che ha effettuato un riesame della sicurezza di queste sostanze, stabilendo che il consumo congiunto di fosfati da più fonti non dovrebbe superare la dose giornaliera globale ammissibile (Dga) di 2,8 grammi di fosforo per un adulto medio di 70 kg di peso corporeo.
I fosfati, composti di fosforo, sono naturalmente presenti nell’organismo e costituiscono nutrienti essenziali per l’alimentazione umana. Nell’Unione Europea è autorizzato l’uso dei fosfati come additivi alimentari, che vengono aggiunti nei prodotti alimentari industriali per svolgere determinate “funzioni tecnologiche” (come emulsionanti e antiossidanti). Alcuni di essi possono essere aggiunti anche agli alimenti per neonati e per bambini piccoli. Per questo motivo, gli scienziati dell’Efsa hanno stabilito un livello di sicurezza per il consumo congiunto di fosfati da più fonti, pari a una Dga di 2,8 grammi di fosforo per un adulto medio di 70 kg di peso corporeo.
“Il gruppo scientifico ha riesaminato la sicurezza dei fosfati e, per la prima volta, ha dedotto una dose giornaliera globale ammissibile (Dga) di 40 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo (mg/kg di peso corporeo) al giorno – spiega Ursula Gundert-Remy, Presidente del Gruppo di lavoro sui fosfati -. Poiché i fosfati sono anche sostanze nutritive e sono essenziali per la nostra alimentazione, nell’approccio da noi applicato abbiamo definito una Dga che tiene conto del probabile apporto di fosforo da tutte le fonti, sia quelle naturali sia gli additivi alimentari”.
“È importante sottolineare che la Dga non è valida per individui con riduzione da lieve a grave della funzionalità renale, considerati una fascia di popolazione vulnerabile – precisa Maged Younes, Presidente del Gruppo di esperti Efsa sugli additivi alimentari e gli aromi (gruppo Faf) -. Tale conclusione si basa sul ben noto effetto sui reni di un’assunzione elevata di fosfati”.
L’Efsa ha calcolato l’esposizione dei consumatori ai fosfati partendo dalla quantità totale di fosforo presente in tutte le fonti alimentari e non soltanto dai livelli presenti negli additivi alimentari riferiti dai produttori. Gli esperti hanno stimato che, indicativamente, gli additivi alimentari contribuiscono dal 6 al 30% del consumo medio totale di fosforo. “Abbiamo stimato che l’esposizione alimentare ai fosfati potrebbe superare la nuova Dga in lattanti, bambini piccoli e bambini che abbiano una normale assunzione di fosfati dalla dieta – aggiunge il dottor Younes -. È questo il caso anche di adolescenti con dieta ricca di fosfati. I dati che avevamo non davano adito a problemi di sicurezza per i bambini di età inferiore alle 16 settimane che consumino alimenti per lattanti e alimenti destinati a fini medici contenenti fosfati”.
L’Efsa sottolinea che gli attuali livelli massimi consentiti di questi additivi negli alimenti vanno da 500 a 20.000 mg/kg di cibo a seconda del tipo di alimento. Attualmente i fosfati come additivi negli integratori alimentari possono essere usati “quantum satis” (quanto tecnicamente necessario). Gli esperti dell’Efsa hanno riscontrato che nei soggetti di età superiore a 3 anni che consumano periodicamente questi integratori l’esposizione alimentare stimata può superare la Dga in misura così elevata da causare effetti nocivi sui reni. “Sulla base della valutazione dell’esposizione – evidenzia il dottor Younes -, il gruppo scientifico raccomanda l’introduzione di livelli numerici massimi consentiti di fosfati usati come additivi negli integratori alimentari anziché il quantum satis, nel quale non esiste un limite fisso”.
Il parere dell’Efsa metterà a disposizione dei gestori dei rischi della Commissione Europea e degli Stati membri la base scientifica per regolamentare la sicurezza dell’uso dei fosfati come additivi alimentari nell’UE. Inoltre, gli esperti dell’Efsa raccomandano d’introdurre livelli massimi consentiti di fosfati negli integratori alimentari per ridurne il contenuto come additivi. Infine, l’Efsa informa di aver tenuto conto, nell’elaborazione del parere scientifico, dei commenti pervenuti da esperti e parti interessate nell’ambito della consultazione pubblica indetta dall’Autorità sulla nuova valutazione dei fosfati come additivi alimentari.
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