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G7 dell’agricoltura a Bergamo: la filiera del mais per il Made in Italy

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Il G7 dell’agricoltura, tenutosi a Bergamo lo scorso ottobre, ha costituito una preziosa opportunità di confronto riguardo alle linee di sviluppo e di ricerca nel settore agroalimentare. Tra le diverse iniziative programmate a corollario del G7, in data venerdì 13 ottobre 2017, presso Università UNI-BG, il mais è stato al centro della Tavola Rotonda organizzata dal CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria), Centro ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, intitolata :“La filiera del Mais per il Made in Italy”(Figura 1).L’incontro è stato dedicato alla presentazione di percorsi e strategie volti al rilancio della filiera maidicola, con particolare risalto al trasferimento dei prodotti della ricerca e all’interazione tra i settori pubblico-privato. Gli Atti dell’Evento sono disponibili alla pagina: http://sito.entecra.it/portale/cra_avviso.php?id=24319&tipo=foto&lingua=IT

Il mais: materia prima ricca di potenzialità
Il mais, tra tutte le materie prime agricole, è quella che più di ogni altra ha saputo adattarsi ai diversi ambienti agronomici, rappresentando una fonte insostituibile per l’utilizzo diretto e per le trasformazioni industriali. Dal mais si ottengono numerosissimi prodotti e sottoprodotti, sia per uso alimentare umano (food) e zootecnico (feed), che per l’impiego non food. I prodotti alimentari contenenti ingredienti a base di mais sono sempre più richiesti;pertanto, il “glutenfree” rappresenta una nuova frontiera per il mais.

L’importanza del mais per le filiere zootecniche
Il mais è il principale ingrediente delle diete per gli animali diinteresse zootecnico, rappresenta, infatti, circa il 47% delle principali materie prime utilizzate per la produzione di alimenti per animali. Il mais è un cereale caratterizzato da un elevato valore energetico determinato dall’alto tenore in amido (65-70%) e dal relativamente elevato tenore in grassi, rispetto ad altri cereali; il contenuto di olio del mais è, infatti, doppio rispetto a quello dell’orzo o del frumento. Nei bovini da carne la quota di mais (61%) nella razione è superiore a quella per bovine da latte (50%), dato che, per ottenere elevati accrescimenti di peso, è necessario somministrare elevate quantità di energia.
Il mais rappresenta anche la base dell’alimentazione suina; l’allevamento dei suiniha due principali finalità: i) la produzione di carne da consumo diretto e ii) la trasformazione; in Italia tradizionalmente prevale la seconda finalità con ampia gamma di prodotti di salumeria tipici italiani a Denominazione di Origine Protetta (DOP), marchio di qualità che viene attribuito a quegli alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative dipendono essenzialmente o esclusivamente dal territorio in cui sono prodotti.
Anche il disciplinare del Grana Padano, colloca il mais tra gli elementi più importanti per la nutrizione delle bovine il cui latte è destinato, appunto, alla produzione del formaggio grana nel cuore della Pianura Padana. Ne consegue che,i) in Italia, il mais rappresenta una materia prima strategica per l’alimentazione degli animali e quindi per la nostra zootecnia,ii) questa coltura è un elemento imprescindibile per quasi tutte le produzioni DOP simbolo del Made in Italy alimentare nel mondo.

La crisi del mais in Italia il mais
A dispetto della crescente centralità della coltura del mais, sia per le produzioni zootecniche di maggiore valore e tipicità del sistema agroalimentare nazionale, che per il crescente consumo alimentare diretto, da circa dieci anni la produzione italiana di mais è in progressivo continuo calo, scivolando nel corso dell’ultima campagna di commercializzazione, addirittura inferiore al 50% della domanda interna (FAO 2016, ISTAT 2017). La coltura del mais risente del cambiamento meteo-climatico che, in particolari condizioni,determina ripercussioni negative sia sulle rese, che sulla qualità igienico sanitaria della granella, in quanto tali condizioni (es. estrema siccità) favoriscono lo sviluppo di funghi micotossigeni(es. Aspergillusflavus) che, conseguentemente all’accumulo di micotossine (aflatossine),rendono parte del raccolto inutilizzabile per l’alimentazione umana e/o animale, riducendo così ancora di più la competitività e il grado di autosufficienza della produzione nazionale.
Il crollo della produzione di mais in Italia rischia, infatti, di mettere in discussione il futuro di un’intera filiera, prime tra tutte quella delle nostre produzioni tipiche e tradizionali, semprepiù dipendenti dall’importazione dall’estero di questo cereale,la cui origine nazionale e locale, risulta, viceversa, indispensabile per la produzione di mangimi, destinati agli allevamenti dei circuiti DOP.

La rete nazionale per la qualità del mais italiano
Per rilanciare la coltivazione del mais, coltura strategica per la filiera zootecnica nazionale e di crescente interesse per la produzione di alimenti di tipo gluten-free, sono necessarie azioni mirate. Necessità imprescindibile è tornare a investire in RICERCA e INNOVAZIONE.
La qualità del mais deriva da un sistema integrato volto a rafforzarla e a promuoverla.

La Rete nazionale di confronto varietale di mais è strumento di fondamentale importanza quale supporto alla ricerca e alla filiera; fornisce, infatti, informazioni obiettive circa:

 potenzialità produttive
 adattabilità ai diversi ambienti
 suscettibilità alle malattie
 destinazione d’uso dei vari ibridi
 caratteristiche qualitative nutrizionali:
 GRANELLA (amido, grassi, proteine)
 TRINCIATO (amido, proteine, fibra, digeribilità fibra)

La Rete aziendale on-farmcostituisce la base per sviluppare programmie ricerche indirizzate a promuoverei nuovi sistemi, anche di agrotecnica guidata da sistemi riferibili all’agricoltura di precisione,che valorizzino la produttività della coltura nel pieno rispetto della sostenibilità economica e ambientale:
i) lavorazioni conservative del suolo
ii) tecniche dimicro-irrigazione e di fertirrigazione
iii) nuove tecnologie di semina
iv) impiego di biostimolanti, micorrize, biocontrollo

La Rete di monitoraggio delle partite commerciali, quale Osservatorio Territoriale della Qualità del Mais,costituisce un elementoindispensabile per lo sviluppo di programmi innovativi indirizzatiall’aumento della sostenibilità e sicurezza, e quindi all’implementazione del valore aggiunto di prodotti alimentari e mangimistici.
La Biodiversità racchiusa nella Banche del Germoplasma di Maisrappresenta la fonte essenziale per lo studio della variabilità genetica per caratteri legati alla qualità, sia nutrizionale che salutistica. Presso CREA,Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, Sede di Bergamo, è conservataun’ampiacollezione di mais,tra le più ricche d’Europa.

Conclusioni e prospettive
Nel corso della Tavola Rotonda: “La filiera del mais per il Made in Italy”, tenutasi in occasione del G7dell’AGRICOLTURA a Bergamo, si è chiaramente delineatouno scenario di vera e propria emergenza, per affrontare la quale si rende necessario ed urgente un piano di rilancio della coltura. Tale rilancio non può prescindere dall’indispensabile contributo offerto dalla ricerca scientifica, fondamentale per fornire agli agricoltori: i)migliori pratiche agronomiche da attuare per ottimizzare la coltivazione, ii) metodi di biocontrollo e strumenti derivanti dai modelli previsionali utili per il contenimento delle micotossine, iii) ibridi ottenuti con “new genetictechnologies” che consentano di ottenere una maggiore efficienza complessiva della coltura, un incremento della quantità e della qualità del raccolto e una riduzione dei costi di produzione.
Le innovazioni del miglioramento genetico proposte da parte dell’industria sementiera sonoindirizzate a: i) incrementare le rese dei raccolti, ii) migliorare la qualità e differenziare la genetica adattandola alle esigenze dei diversi segmenti di mercato, iii) migliorare comportamento della genetica in campo (resistenze agli stress). Infine, il contributo dell’industria sementiera per il panorama maidicolo, può essere così sintetizzato:i) assicurare varietà innovative e sementi di qualità per gli agricoltori, ii)offrire consulenza e assistenza alle aziende agricole e agli operatori della filiera maidicola.

Documento consultabile
Gli Atti dell’Evento WORKSHOP: “La filiera del Mais per il Made in Italy”, G7 Agricoltura, tenutosi, venerdì 13 ottobre 2017 presso Università UNI-BG, sono stati pubblicati sul Sito Istituzionale del nostro Ente nella dell’AREA DIVULGAZIONE, e sono disponibili alla pagina: http://sito.entecra.it/portale/cra_avviso.php?id=24319&tipo=foto&lingua=IT

Foto: © smereka – Fotolia

Carlotta Balconi