I modelli climatici prevedono un progressivo aumento delle temperature a livello globale, una riduzione della quantità e un’alterazione della distribuzione delle piogge; in questo contesto, la maiscoltura come altre attività agricole rischiano di essere penalizzate. Sapere quando e in che modo il cambiamento climatico abbia avuto e avrà un impatto sulla produzione agricola è pertanto essenziale per escogitare soluzioni di adattamento. Nella Giornata del Mais 2022 si è discusso su quanto la maiscoltura abbia già affrontato nel nostro Paese i cambiamenti climatici, e su cosa ci si aspetti nel prossimo futuro.
Il consueto appuntamento della Giornata del Mais, organizzata quest’anno in modalità webinar il 2 febbraio 2022 dal CREA Cerealicoltura e Colture Industriali, è stata definita dal suo Direttore, Nicola Pecchioni, “un’occasione di aggiornamento tecnico-scientifico sulle tematiche di interesse per le sue filiere, ma anche di confronto tra gli operatori sulle necessità emergenti e sulle scelte strategiche da porre in atto per la crescita del settore”. La partecipazione è stata notevole, con punte di 350 connessi a dimostrazione del fatto che il mais continua a suscitare grande interesse.
La prima sessione dei lavori, moderata da Tommaso Maggiore (Università di Milano) e Nicola Pecchioni (CREA), è iniziata con il tradizionale appuntamento con Dario Frisio dell’Università degli Studi di Milano: “Il consuntivo della campagna 2020, con rese a livelli record, si chiude con un bilancio solo parzialmente positivo: l’import netto è sceso da 6 a 5,5 milioni di tonnellate, ma per la prima volta ha superato la soglia del miliardo di euro, causa l’aumento generalizzato dei prezzi internazionali. La campagna 2021 si prospetta negativa: nelle stime Istat le rese medie calano da 112 a 103 quintali ad ettaro, le superfici scendono al minimo storico degli ultimi 100 anni con 589mila ettari, la produzione nazionale risulta perciò in contrazione, passando da 6,7 a 6 milioni di tonnellate. La bilancia commerciale del comparto appare destinata a peggiorare: tra ottobre 2021 e settembre 2022 l’import netto dovrebbe raggiungere il massimo storico con oltre 6 milioni e 100 mila tonnellate, mentre l’esborso potrebbe aggirarsi intorno a 1 miliardo e 200 milioni di euro, ma ai prezzi attuali potrebbe anche oltrepassare tale soglia. I prezzi internazionali sono infatti in crescita e nel mese di gennaio hanno già superato i livelli raggiunti nello scorso aprile, mostrando una variazione tendenziale annua vicina al 20%. A livello nazionale le principali piazze hanno raggiunto nel mese di gennaio i 280 euro per tonnellata, con una crescita superiore al 30% su gennaio 2021, raggiungendo il massimo storico in questo secolo. Nell’insieme si prospetta quindi un aggravio della bilancia commerciale, un aumento del costo dei mangimi con pesanti ripercussioni sulla filiera zootecnica, mentre il beneficio per i maiscoltori italiani corre il rischio di essere pregiudicato dall’incremento del prezzo dei fertilizzanti e in particolare di quelli azotati, spinto verso livelli mai osservati in precedenza, dal prezzo e dalla scarsa disponibilità di gas naturale.”
Luigi Mariani (Società Agraria di Lombardia e Museo di storia dell’agricoltura)con la presentazione “Risorse e limitazioni agroclimatiche per la coltura del mais in Italia: passato, attualità e prospettive”, è entrato nel vivo della tematica della Giornata: “L’analisi dei dati termo-pluviometrici dal 1951 a oggi evidenzia una sostanziale stabilità a livello pluviometrico (sia in quantità sia in intensità e frequenza) e un aumento sensibile delle temperature medie annue, che nelle stazioni di pianura passano da una media di 15.1°C (13.3 al Nord) per il periodo 1951-1980 a una di 16.3°C (14.7 al Nord) per il periodo 2001-2020. A livello agroclimatico la fase post 2000 si è caratterizzata per risorse termiche e radiative elevate e risorse idriche del suolo non molto diverse da quelle della fase climatica precedente. La differenza più rilevante rispetto al periodo 1961-90 è rappresentata dalle temperature più elevate che agiscono sia limitando la fotosintesi sia riducendo la durata del ciclo, con conseguente minor accumulo di sostanza secca, sia infine aumentando i consumi evapotraspirativi.
Osservando l’evoluzione nel tempo dello stress da caldo per Milano Linate si nota una fase a basso stress (1973-1987) con valori medi di 81 ore normali annue di stress contro le 227 ore di media del periodo 2004-2021 (successivo al massimo assoluto di 514 ore registrato nel 2003). Secondo stime eseguite con un modello di produzione calibrato e validato su dati per mais di classe 600 ottenuti dalle sperimentazioni di Lodi (CREA – ex Istituto Sper.le colture foraggere) il 2021 a Lodi ha prodotto 11.2 t/ha di granella contro una media 2001-2020 di 10.4 +/-1.3 t/ha e una media 1948-2000 di 12.2 +/-0.9 t/ha. Si noti che il periodo 1948-2000 rispetto al successivo presenta una maggiore produzione media e una maggiore stabilità produttiva. Si precisa che tali simulazioni non considerano il trend tecnologico (la genetica è quella di Costanza) e sono state effettuate somministrando un’irrigazione ottimale. Circa le prospettive è atteso un ulteriore incremento delle temperature che nei prossimi 30 anni dovrebbe essere almeno in parte mitigato dal passaggio in fase negativa dell’indice teleconnettivo AMO.”
Marco Camardo Leggieri (Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza), con la presentazione “Previsioni micotossine: c’è qualcosa di nuovo con il cambiamento climatico?”, ha sottolineato che i modelli previsionali per la stima del rischio di contaminazione da micotossine durante la stagione colturale e alla raccolta hanno acquisito importanza crescente negli ultimi anni, soprattutto in relazione ai cambiamenti climatici che hanno determinato la co-presenza di diverse specie fungine tossigene, andando talvolta a diminuire l’attendibilità delle previsioni. Particolare attenzione negli ultimi anni è stata data a questa tematica emergente che implica lo studio dell’interazione tra le principali specie fungine presenti su mais e il conseguente impatto sulla co-presenza di diverse tossine al fine di migliorare i modelli predittivi esistenti.
Enrico Costa (Aires) e Davide Valentini (GLM Gruppo di Lavoro Micotossine) hanno affrontato l’impatto del clima nella coltivazione del mais dandoci una osservazione diretta dal campo. La coltivazione del Mais nel 2021, nel principale areale maidicolo italiano, ha risentito del susseguirsi di numerosi fattori di stress durante tutte le sue fasi di sviluppo. Questo ha messo a dura prova tecnici e maiscoltori che hanno dovuto mettere in campo tutta la collaborazione e professionalità necessarie per poter conseguire risultati produttivi soddisfacenti; questi ultimi raggiunti soprattutto grazie ad andamenti di mercato favorevoli. L’incognita però è “all’angolo” in quanto i recenti rincari dei fattori di produzione, primo su tutti i concimi azotati, e le prospettive di taglio dei pagamenti diretti della nuova PAC in fase di delineamento creano un ambiente di incertezza sul futuro prossimo della coltivazione del mais in Italia.
Nella seconda sessione del Convegno, moderata da Chiara Lanzanova (CREA) sono stati illustrati i risultati delle sperimentazioni condotte dal CREA.
Gianfranco Mazzinelli e Rita Redaelli (CREA) hanno presentato i risultati del 2021 relativialle Reti nazionali di confronto varietale di granella e trinciato. Anche la stagione 2021 ha risentito degli effetti del cambiamento climatico: irrigazioni di soccorso già a fine marzo per garantire emergenze e regolarità di sviluppo stante il perdurare di condizioni siccitose, gelate diffuse in pianura a metà aprile, giugno tra i più caldi e asciutti degli ultimi anni, violenti nubifragi con vento forte e grandine nel periodo estivo. Considerando che questi fenomeni si ripeteranno sempre più spesso in futuro, come ci dicono i modelli climatici, la sfida che l’agricoltura è chiamata ad affrontare si farà sempre più ardua. Tra le possibili soluzioni c’è anche la scelta di coltivare le varietà che meglio si possano adattare a queste difficili condizioni, frutto del miglioramento genetico da parte delle Società sementiere. Le Reti Nazionali di confronto varietale cercano di fornire informazioni utili per supportare questa scelta, sulla base dei dati ottenuti puntualmente e in maniera accurata ogni anno.
Sabrina Locatelli (CREA) ha dato una panoramica della situazione fitosanitaria del mais mediante il monitoraggio micotossine della campagna 2021 della Rete Qualità Mais. Dal punto di vista della sanità/qualità della granella, sono state segnalate presenze a macchia di leopardo di Fusarium e Aspergillus. Il monitoraggio della Rete Qualità Mais del CREA di Bergamo indica una situazione eterogenea: aflatossine: presenti in coltura asciutta, fumonisine: diffuse, nella media, deossinivalenolo e zearalenone: molto ridotte. Nuove strategie e indicazioni tecniche per migliorare la qualità sanitaria dei cereali, mais e frumento in particolare, sono contenute nella seconda edizione delle “Linee guida per il controllo delle micotossine nella granella di mais e di frumento”, presentata in occasione della Giornata del mais. Questa nuova edizione è stata realizzata all’interno del progetto RETI2020 (MIPAAF) ed è il frutto di una collaborazione tra DISAFAA – Università di Torino e CREA-CI ed è ora pubblicata sul sito del Mipaaf al seguente link:
https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/17783
Infine, Anna Giulini (CREA) con la presentazione “Iscrizione di nuove varietà di mais nel 2021 e opportunità per la registrazione di varietà biologiche” ha presentato i dati 2021 relativi alle prove per l’iscrizione al registro nazionale e per l’ottenimento del titolo di privativa europea di nuove varietà di mais, evidenziando il numero sempre elevato e le diverse tipologie degli ibridi in prova. Successivamente ha introdotto due importanti tematiche di cui si sta discutendo presso l’Unione Europea, una riguardante la deroga temporanea all’iscrizione al registro per le specie agricole delle varietà biologiche e l’altra relativa all’intenzione di introdurre elementi di sostenibilità nella prova agronomica per la valutazione delle nuove varietà. Alla luce delle nuove sfide lanciate dall’Europa ha preso il via il progetto pilota di caratterizzazione della collezione di riferimento del registro per la resistenza ad Aspergillus flavus, agente patogeno responsabile in mais del marciume della spiga e dell’accumulo di aflatossine.
La registrazione della Giornata del Mais e le presentazioni dei relatori sono disponibili al seguente link:
Ringraziamenti
Un ringraziamento particolare ai relatori della Giornata del Mais 2022 che hanno contribuito alla stesura di questo articolo con una sintesi delle loro presentazioni.
di Sabrina Locatelli e Chiara Lanzanova – CREA Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, Bergamo
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