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Giornata mondiale della Terra, anche l’agroalimentare in campo contro i cambiamenti climatici

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Il 22 aprile tutto il mondo celebra l’Earth Day, la Giornata mondiale della Terra. L’invito per quest’anno è quello di agire in difesa del clima, sconvolto negli ultimi anni da drastici cambiamenti. Il tema del cambiamento climatico richiede interventi urgenti a difesa dell’ambiente e anche il settore agroalimentare è chiamato a dare il suo contributo. 

Con quella del 2020 l’Earth Day giunge alla sua cinquantesima edizione. Al centro della ricorrenza di quest’anno c’è la lotta ai cambiamenti climatici, con l’invito ad agire rivolto a tutti i soggetti interessati, dai decisori politici ai singoli cittadini. Il tema scelto richiama da vicino l’Agenda 2030 e uno dei diciassette Obiettivi di Sviluppo sostenibile definiti dalle Nazioni Unite. È l’obiettivo numero 13: “Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico”

L’azione dell’Ue per l’ambiente

Il 2020 è un anno chiave che sarà ricordato come l’anno della svolta verde in Europa, con l’adozione del Green Deal da parte della Commissione europea. E nell’ambito di questo documento il settore agroalimentare può fornire un apporto rilevante alla difesa dell’ambiente. L’Accordo per il clima dell’Ue ha un obiettivo ambizioso, che è quello della neutralità climatica entro il 2050, con l’abbattimento delle emissioni di CO2. Un capitolo del Green Deal chiama in causa agricoltori, allevatori e pescatori nella transizione verso un’Europa a minor impatto climatico. È la strategia Farm to Fork per l’Alimentazione sostenibile con cui saranno sostenuti gli sforzi del settore primario per contenere gli effetti dei cambiamenti climatici. 

Dalla produzione e dai consumi in ambito agroalimentare derivano consumo delle risorse, emissioni nocive, erosione del suolo, perdita della biodiversità e anche spreco alimentare. E su tutti questi fronti si dovrà agire per ridurre l’impronta ambientale. La strategia Farm to Fork prevede, ad esempio, la riduzione dell’uso di pesticidi, fertilizzanti e antibiotici. Ma anche il consolidamento dell’economia circolare, un ambito su cui la mangimistica può vantare buone pratiche grazie al riutilizzo di co-prodotti agroalimentari.

Tutta la filiera – dalla produzione allo stoccaggio, dal confezionamento al trasporto – dovrà diventare necessariamente più sostenibile. Gli stessi consumatori sono coinvolti con l’obiettivo di adottare diete più salutari in cui lo spreco alimentare, oggi a livelli insostenibili del 20%, dovrà essere fortemente ridotto.

Foto: Pixabay