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Giovani e agricoltura: 14 giovani ogni 100 anziani

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Tra il 2008 e il 2013 il settore agro-alimentare ha assistito a un calo occupazionale totale del 6%, ma è soprattutto il dato relativo agli occupati under 24 a preoccupare: in questo caso infatti il calo percepito è del 15% (poco più di 31.000 lavoratori) e se associato alla percentuale degli agricoltori under35 (5,1% del totale) e a quella degli over65 (37,2%) restituisce l’immagine di un settore anziano, con un ricambio generazionale molto lento: 14 lavoratori giovani ogni 100 anziani. È quanto emerge da una ricerca realizzata da Nomisma assieme a Cattolica Assicurazioni, Federunacoma e l’Informatore Agraria, presentata in occasione di EIMA BolognaFiere.

 

Con un’occupazione giovanile al di sotto della media europea (7,5%) rimane da chiedersi quali siano le difficoltà che si frappongono fra i giovani disoccupati e la scelta di un impiego nell’agricoltura, tema alla base della survey condotta su un campione di 607 aziende agricole gestite da lavoratori al di sotto dei 40 anni d’età. Nonostante l’84% dichiari di aver tratto grandi benefici dall’introduzione di innovazioni nella propria azienda, la percezione del futuro non è propriamente rosea: solo l’8,4% si aspetta un avvenire migliore, mentre il 44,1% non crede ci saranno cambiamenti sostanziali, e un ampio 47,6% ritiene che i prossimi anni saranno peggiori dei passati.

 

A questo pessimismo si accosta una percezione sociale che vede l’impiegato agricolo appartenere a uno status inferiore rispetto agli altri settori, elemento che condiziona persino le famiglie con una lunga tradizione nel settore: anche se “l’ereditarietà” familiare è stata determinante per il 77,2% , solo il 15,4% vorrebbe che il proprio figlio continuasse a lavorare nell’ambito agricolo. Tuttavia, accanto a coloro che lavorano nell’agricoltura continuando l’attività dei genitori – spesso anche all’interno della stessa azienda (47,1%) – vi è una componente di neofiti (22,7%) costituita prevalentemente da donne e, per lo più, laureate. Dall’analisi emerge anche come i termini di “fatica” e “povertà” siano i più utilizzati quando si parla di agricoltura e, anche questo giudizio, incide fortemente sul già scarso appeal che le opportunità del settore esercitano sui giovani in cerca di lavoro, per cui l’agricoltura appare agli ultimi posti fra le loro preferenze.

 

Tuttavia, nonostante le difficoltà, il pessimismo e la scarsa appetibilità del settore, è importante notare come il comparto agro-alimentare stia vivendo una fase d’innovazione che sarà fondamentale per garantirsi una continuità sul lungo periodo: in cima alle attività svolte dagli impiegati al di sotto dei 40 anni vi sono soprattutto fattorie didattiche e produzione di energia rinnovabile (46,4%) e il 31,5% delle aziende under 40 è a coltivazione biologica. 

 

Foto: © carballo_Fotolia

Red.