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Guerra dei dazi minaccia la filiera mangimistica e zootecnica: Fefac, in Europa costi aggiuntivi per 4-5 miliardi di euro

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La Federazione Europea dei Produttori di Mangimi Composti (FEFAC) ha espresso il suo “profondo rammarico” e una “seria preoccupazione” per la recente imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti, dazi reciproci del 20% su tutte le esportazioni agroalimentari provenienti dall’UE (al momento sospesi per 90 giorni a partire dal 9 aprile, conseguentemente all’annuncio del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump – ndr). Il presidente della FEFAC, Pedro Cordero, ha inoltre manifestato inquietudine per le contromisure annunciate dalla Commissione Europea, che includono prodotti agroalimentari e ingredienti essenziali di origine statunitense per i mangimi, come la soia, i coccidiostatici, la lisina e i probiotici, oltre a mais e sottoprodotti come il glutine di mais e i DDGS (Distillers Dried Grains with Solubles). Il presidente della FEFAC ha lanciato un appello alle autorità commerciali di entrambi i lati dell’Atlantico, esortandole ad “aprire negoziati diretti, cercando di esentare tutti i prodotti agroalimentari, compresi gli ingredienti essenziali per mangimi, sia dalle tariffe reciproche degli Stati Uniti che da quelle di compensazione dell’UE, per salvaguardare la sicurezza alimentare globale e la resilienza della filiera agroalimentare”.

Un punto cruciale sollevato dalla FEFAC riguarda la dipendenza dell’UE dalle importazioni di soia statunitense, che attualmente ammontano a circa 6 milioni di tonnellate, rappresentando il 44% di tutte le importazioni di soia dell’UE, per un valore stimato di 3 miliardi di euro. Cordero ha evidenziato come non esistano sostituzioni dirette con origini alternative per questi volumi. Altrettanto importante è l’accesso a coccidiostatici di produzione statunitense, fondamentali per la salute e il benessere del pollame, oltre a oligoelementi, solfato di lisina e probiotici/postbiotici.

Gli esperti di mercato della FEFAC stimano che i costi di approvvigionamento dell’UE per i prodotti a base di soia da altre origini potrebbero aumentare significativamente, tra il 5% e il 10% a livello globale, a causa della crescente domanda. Considerando un aumento medio del 7,5% su tutte le importazioni di prodotti a base di soia dell’UE (semi e farina), per un valore di 15 miliardi di euro, ciò comporterebbe un costo aggiuntivo di circa 2 miliardi di euro per il settore mangimistico e zootecnico dell’UE. Questo si aggiungerebbe ai costi di conformità stimati all’EUDR (Regolamento UE sulla deforestazione) per tutti i prodotti a base di soia, pari a 2,25 miliardi di euro, e ai costi aggiuntivi di 500 milioni di euro all’anno derivanti dai dazi antidumping provvisori dell’UE sulle importazioni di lisina dalla Cina. Pertanto, la FEFAC stima un aumento complessivo del prezzo di costo combinato per le forniture di mangimi al settore zootecnico dell’UE, dovuto ai dazi doganali sull’importazione CE relativi a soia e lisina e alla conformità all’EUDR, compreso tra 4 e 5 miliardi di euro all’anno.

Infine, la FEFAC ha sottolineato l’importanza strategica di mantenere aperto l’accesso al mercato del mais statunitense e dei relativi sottoprodotti, tra cui DDGS e Corn Gluten Feed, che rappresentano un volume significativo di esportazioni statunitensi verso l’UE. La speranza è che il dialogo tra le autorità commerciali possa prevalere, evitando ripercussioni negative su un settore cruciale per la sicurezza alimentare di entrambi i continenti.