Il partito pro-Ogm “arruola” un altro esponente di spicco. È Hillary Rodham Clinton, ex Segretario di Stato nel primo mandato Obama, che in più occasioni ha dichiarato il suo sostegno alle biotecnologie in agricoltura. La ex first lady che molti vorrebbero come candidata al ruolo di prima Presidente donna degli Stati Uniti nele prossime elezioni 2016 si è spesa molto negli ultimi mesi come testimonial per il sostegno al settore agricolo. In una delle ultime apparizioni, al BIO International Convention in California, la moglie di Bill Clinton ha sottolineato l’importanza di introdurre nuove varietà biotecnologicamente migliorate in agricoltura. Si tratta, secondo la Clinton, di un fattore positivo anche per l’ecologia, l’ambiente e la sostenibilità.
Secondo la candidata in pectore dei Democratici, bisognerebbe modificare anche il lessico che ruota intorno agli Ogm, perché spesso il suono di “geneticamente modificato” fa più paura rispetto alla realtà delle conquiste scientifiche e a parole come “resistenti alla siccità”. Clinton ha assicurato anche il governo federale continuerà a sostenere l’industria biotech. Tema centrale dell’agenda politica è quello degli “aiuti come assicurazione finanziaria contro il rischio”. A livello globale, il settore ha raggiunto i 262 miliardi di dollari, crescendo dell’11% nel 2013. Numeri che non nascondono, ovviamente, anche i tanti punti critici con cui l’ingegneria genetica si trova a confrontarsi. Biodiversità e brevetti sono i temi che rappresentano i maggiori ostacoli all’approvazione delle tecnologie genetiche in agricoltura, con un dibattito acceso. Ad oggi sono 26 le nazioni nel mondo che vietano l’uso o la vendita di Ogm e in Europa il nuovo corso è destinato a restringere le possibilità di libera scelta da parte degli agricoltori.
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Red.